1989 – Fedeltà al 5 agosto

Sabato 5 agosto 1989

 

Lo scorso anno la festa sottolineò il centenario della morte di S. Giovanni Bosco e ne collocò l’immagine, incisa su cedro, in questa chiesetta che è scaturita dal cuore di un gruppo dei suoi giovani.

Quest’anno nella Cappella viene collocata l’immagine del Papa che più ammirò don Bosco ed ebbe la gioia di proclamarlo beato nel 1929 e santo nel 1934. Si tratta di Pio XI, Papa di grande cultura e di grande senso storico e, nella sua giovinezza, alpinista di valore.

 

 

 

 

 

La nostra festa quest’anno si pone in gemellaggio con quella di Macugnaga per il centenario della prima via italiana sulla parete Est del Monte Rosa concepita da Achille Ratti; posiamo nella cappella questo quadro a ricordo del grande Papa alpinista.

 

 

Una delle più belle imprese sue compie 100 anni il 30-31 luglio, e tutta Macugnga è in festa, perché partì proprio di lì, il 29 luglio 1889, l’ardita spedizione composta dal giovane sacerdote Achille Ratti, dall’amico mons. Luigi Grasselli, dalle guide Giuseppe Gadin e Alessio Proment di Courmayeur, bene decisi a segnare la prima via italiana sulla parete Est del Monte Rosa; via che non solo risultò originale tracciato alla vetta (su cui bivaccarono la notte del 30 luglio), ma che li condusse per la prima volta in assoluto ad attraversare il Colle Zumstein (4452 mt.) e a scendere a Zermatt, attraverso i ghiacciai del Grez e del Gorner. Sul quotidiano La Stampa del 29 luglio 1989 Teresio Valsesia rievoca, felicemente, lo storico avvenimento.

 

 

Sabato 5 agosto 1989 festa della Madonna dei Ghiacciai e centenario della prima ascensione italiana della parete est del Monte Rosa del sacerdote Achille Ratti, poi Papa Pio XI.

Un grappolo fittissimo e multicolore di oltre 300 alpinisti  avvolgeva la chiesetta quasi in un caldo abbraccio d’amore: viene dato il il benvenuto al consigliere centrale del CAI, dott.Roberto Clemente, al past presidente generale Giacomo Priotto, al vicepresidente Franco Erbetta del CAI di Varallo, a Mario Soster, Guido Fuselli, Agostino Negra,  al presidente Teresio Valsesia del CAI di Macugnaga, a rappresentanti CAI di Vigevano, ai CAI di Cuneo, il CAI di Aosta è rappresentato dalla guida Bruno  del Béthaz con la signora Maria, il CAI di Borgosesia rappresentato da Antonio Vidoni (fratello dell’accademico Tullio Vidoni caduto nel 1986), al CAI di Borgornanero, al CAI di Mosso S. Maria rappresentato dal presidente Gino Tallia Galoppo e 7 soci. Il CAI di Gallarate è rappresentato da Flavia Fanton ed amici di Giorgio Premazi scomparso nel ghiacciaio nel 1973. Sono presenti due artisti dell’incisione: Giovanni Borgini di Novara e Giovanni Malinverni.

I sacerdoti presenti a questa celebrazione sono: don Franco De Ambrogio, il parroco di Trivero don Paolo Santacaterina; poi i Salesiani : don Albino De Martini, don Giuseppe Fruttero, don Vincenzo Caccia, don Michelangelo Miranti, don Giuseppe Capra, e soprattutto il Superiore del Salesiani del Piemonte, don Angelo Viganò

                        Il saluto di don Angelo Viganò

Don Angelo inizia la celebrazione con questo saluto: «Fratelli, in questo tempio che ha per soffitto il cielo e per colonne le cime di queste montagne e per banchi queste rocce su cui ci sediamo e ci inginocchiamo e per altare questo tavolo su cui si poserà il nostro sacrifìcio, l’offerta del nostro dolore e della nostra gioia, noi celebriamo la S. Messa in onore di Maria Vergine e Regina dei Ghiacciai e ricordiamo tanti amici che sono stati o sono ancora in cordata con noi ».

Proclamata la Parola di Dio, così continua don Viganò: «Due libri ci sono offerti oggi: uno è il libro della natura; l’aprirlo come stiamo facendo in questo momento è il sillabare, è il leggere, è l’approfondire guardando intorno per vedere la traccia dello scrittore. Oggi lo facciamo con intensità proporzionata a questo scenario e splendore. Io vorrei rileggere quello che Achille Ratti 100 anni fa, sulla vetta più alta di questo massiccio, in una notte di bivacco all’addiaccio così esprimeva: “A questa altezza, nel centro di questo grandiosissimo, tra i più grandiosi teatri alpini, in questa atmosfera tutta pura e trasparente ci sentivamo dinanzi ad una per noi nuova, imponentissima rivelazione della onnipotenza e maestà di Dio”. Non solo Dio è grande, Dio è buono, e della bontà abbiamo bisogno come della grandezza dell’ideale. L’umanità ha bisogno di bontà. A voi che sentite così profondamente questa giornata, che vivete un’esperienza di bontà, di amicizia, di legame fraterno, filiale, paterno, materno io vorrei ricordare quello che ci ha detto la Scrittura: che Dio è buono e non può lasciarsi vincere in bontà, dalla bontà che questi parenti manifestano nel salire fin qui per questa celebrazione ed incontro».

                 Presentazione delle fiaccole.

Poi sono presentate e offerte le fiaccole: la prima fiaccola è recata dalla signora Giovanna Mariola in ricordo di suo marito Gian Franco Novellini; la seconda fiaccola é per Ezio Camaschella, che del Monte Rosa e del CAI di Varallo ha fatto la sua seconda esistenza, la reca la moglie M. Assunta Regis, mentre un amico scandisce il profilo; la terza e quarta fiaccola sono per i due amici Eraldo Macchi e Fausto Galli.

Il dott. Roberto Clemente, consigliere centrale del CAI che così si esprime: «Dopo la Parola di Dio e dei sacerdoti sento l’onore e anche l’obbligo di portare in questa occasione e in questo ambiente il saluto del CAI. Mi fa piacere trovare qui gente della Val Sesia, gente di Macugnaga e delle valli vicine. È un onore anche essere qui come ex-allievo Salesiano del Liceo Valsalice a cui é legata l’origine di questa Cappella e di questa festa.

Infine Teresio Valsesia a nome del CAI e comunità di Macugnaga dice:
«Ringraziamo con molta commozione per questo piccolo spazio che ci riservate, e vale la pena di sottolineare questa comunanza che ci lega quest’anno, che lega il versante Valsesiano, attraverso questa cerimonia, con il versante Ossolano, con Macugnaga che ricorda il centenario della salita di Achille Ratti (poi diventato Papa Pio XI) sul Monte Rosa. Un’impresa alpinistica notevole che Achille Ratti ha raccontato in uno scritto apparso sul bollettino del C.A.I., che é ricco di grande interesse e insegnamento. Vi auguro di ricuperare quel racconto e di leggere quella cronaca viva di questa ascensione di 100 anni fa. E’ un insegnamento veramente attuale anche per noi oggi. Grazie ancora a tutti».