1990 – Fedeltà al 5 agosto

Domenica 5 agosto 1990

 

Con la presidenza di mons. Luigi Bettazzi, rendiamo grazie a Dio per l’elevazione all’onore degli altari del giovane alpinista Pier Giorgio Frassati, biellese di origine e torinese di adozione che proprio sul Monte Rosa ebbe il suo battesimo con i ghiacciai; La sua mamma che era di sangue biellese ed alpinista, gli aveva fatto attraversare a 8 anni il Colle del Teodulo (3324 mt. da Fiery allo Schwarzee); poi l’anno successivo, a 9 anni in invernale la Bettaforca con discesa a Gressoney e nell’estate seguente lo portò sul Castore, con grandissima gioia del fanciullo, veramente chiamato a grandi mete.

Noi vogliamo quassù rendere grazie a Dio, alla Chiesa e al Papa alpinista Giovanni Paolo II per l’onore dato ad un degno interprete di quelle virtù alpinistiche, sportive, umane, religiose e sociali in cui riconosciamo la nostra identità ideale di alpinisti, innamorati della natura e dell’Umanità.

Vi sono rappresentanti del CAI di Borgomanero, del CAI di Casale, del CAI di Novara, del CAI di Mosso S. Maria (14 Soci con la fiamma); del CAI di Varallo il Vice Presidente Franco Erbetta, due ex Presidenti: Guido Fuselli e Mario Soster; il cav. Agostino Negra, costruttore di Capanna Gnifetti e Capanna Margherita; del CAI di Cuneo sono presenti l’ottantenne prof. Umberto Boella  e consorte Maria. Il presidente generale del CAI ha inviato questo messaggio: «Con un particolare augurio da parte del CAI a sostegno di un’iniziativa che ancora vede riunite le genti del Monte Rosa, Leonardo Bramanti».

Dagli scritti di Pier Giorgio Frassati:

 

Vengono presentate le fiaccole dei Caduti: Helen Gibbons, Rudy Hermann Spitzhauer, Mauro Naticchi, Sermano Ragionieri, Salvatore Nieddu e Evelina Ricceri.

 

Domenica 5 agosto: celebrazione della S. Messa

 

Mons. Luigi Bettazzi presiede per la terza volta alla nostra festa. Attorno al Vescovo sono concelebranti: don Mario Rossi, don Gian Paolo Del Santo, don Albino De Martini, don Giuseppe Capra, i diaconi Massimo Bianco e Giovanni Sanna.

Prende la parola mons. Luigi Bettazzi: «Siamo uniti al vescovo di Aosta che festeggia la Madonna delle Nevi ad Allomont e a tutti gli altri, anche della mia Diocesi, sul Mombarone, festeggianti la Madonna sotto questo titolo. La prendiamo non soltanto come la Mamma che ha accolto i nostri defunti, coloro che sono morti sulle nostre montagne, ma come la nostra mamma e il nostro modello, che sulla Montagna ci insegna a vivere con generosità e solidarietà la vita di tutti i giorni».
Poi prosegue: «La Madonna ci incoraggia a scendere e portare con noi nella vita i sentimenti che qui proviamo: a vivere con la presenza di Dio, ogni momento della nostra giornata, anche nelle nostre case, nelle nostre città; ci incoraggia alla solidarietà verso gli altri non solo sulla Montagna ma in ogni momento e occasione della nostra vita. Abbiamo ricordato il beato Pier Giorgio Frassati, era amante della Montagna e proprio nella montagna forse trovava la conferma di questi due grandi aspetti della vita cristiana. La sua posizione sociale l’avrebbe portato a cercare di avanzare, di raggiungere una carriera che allora esigeva di non mostrarsi troppo cristiani. Lui invece manifestava il suo cristianesimo anche in ambienti difficili, senza timore, senza rispetto umano, prendendosi le derisioni, ma sentiva l’esigenza, la necessità di vivere con coerenza la propria vita cristiana nella partecipazione alla Messa, alla preghiera e alla Comunione. Andava tanto volentieri ad Oropa a partecipare alla Messa. Per lui la montagna era un luogo dove confermava il suo impegno di coerenza e di fedeltà al Signore e nello stesso tempo questa attenzione verso gli altri».

 

Gli alpinisti hanno come patrono S. Bernardo di Aosta. Nel secolo XII è documentata una congregazione di Canonici regolari che si richiama a S. Bernardo e che iniziò a praticare l’ospitalità in alcune case sui valichi tra l’Italia e la Francia: Gran San Bernardo (2470 m) e il Piccolo San Bernardo (2188 m). Il culto a San Bernardo venne confermato dalla Santa Sede nel 1681. Il 20 agosto 1923 Pio XI lo proclamò parono degli abitanti delle Alpi e degli alpinisti. Le sue reliquie sono venerate nella Cattedrale di Novara.

Il beato Pier Giorgio Frassati per la sua particolare relazione con il moderno alpinismo (socio del Club Alpino Italiano e della Giovane Montagna) è ormai considerato come compatrono degli alpinisti.

Ormai sono noti in tutta Italia i “Sentieri Frassati”. Riportiamo questo articolo da “Lo Scarpone”  agosto 2010 pagina 6: