2012 – Fedeltà al primo sabato di agosto

Sabato 4 agosto 2012


Noi della Madonna dei Ghiacciai abbiamo distribuito le locandine di invito alla nostra altissima “Festa Mariana” ed alpina del 1° sabato di agosto.
La nostra giornata è stata sufficientemente buona per consentire la salita dei circa 150 alpinisti-pellegrini alla più alta cappella d’Europa per onorare la Madonna sotto il titolo di “Madonna dei Ghiacciai” e la memoria dei grandi Amici defunti del Monte Rosa.
Qualcuno ha voluto fare a piedi l’ascensione, come il presidente del C.A.I. di Varallo, dr Carlo Raiteri, che dai 1200 m. di Alagna è salito fino ai 3647 di Capanna Gnifetti e così pure gli antichi “Ragazzi Costruttori” (nel 1967 avevano 18 anni) Mario Michela e Pier Giorgio Montarolo che dai 1800 m. di Staffal hanno ripercorso l’antico sentiero che percorrevano prima che esistessero le funivie.

Il ghiacciaio sempre più privo di neve è bene affrontarlo con i ramponi che rapidamente si rimettono nello zaino

La festa è stata annunciata da vari settimanali e radio; il quotidiano “La Stampa”, di venerdì 3 agosto a pagina 63, riporta tutti i nomi dei commemorati e sottolinea tra i “decennali” il nome di Renato Andorno (fotoreporter di montagna che con Silvio Mondinelli fondò una onlus “Amici del Monte Rosa” per aiutare i bambini delle montagne del Nepal).
Il quotidiano cattolico “Avvenire” ha preso occasione della nostra celebrazione per comporre un’intera pagina dal titolo: “Santuari sulle Vette, Palestre della Fede”, con un’intervista al Vescovo emerito di Aosta mons. Giuseppe Anfossi, probabilmente il Vescovo che più ha camminato gli antichi pellegrinaggi alpini della Valle di Aosta, ha partecipato 3 volte al famoso, antico (del 1500) quinquennale (2000 – 2005 – 2010) cammino notturno attualmente partecipato da alcune migliaia di pellegrini e camminatori che con le lampade accese percorrono gli antichi sentieri dei pellegrini e viandanti, lavoratori, pastori transumanti che da Fontainemore, in valle di Gressoney, transitavano al colle della Balma e poi discendevano ad Oropa e nel Biellese: una scia luminosa, impressionante, lunghissima che disegna il saliscendi del tracciato, che procede lenta preceduta dai labari e crocifissi delle Confraternite tra canti e preghiere e grandi silenzi che facilmente si colmano di memorie storiche e meditazioni salutari.

Con il sorriso sul volto si conclude il delicato                       e faticoso pellegrinaggio.

Il Vescovo, dunque ben allenato, benché emerito (cioè oltre i 75 anni) è arrivato in forma alla Madonna dei Ghiacciai; attorno a lui don Remo Baudrocco di Chiavazza Biella e i salesiani don Vincenzo Caccia di S. Benigno Canavese e don Fabrizio Gallarato di Chatillon concelebrano.
Strettissimi attorno all’altare i parenti ed amici dei commemorati, sull’altare le 7 fiaccole in terra cotta con i nomi dei defunti a cui si riferiscono.
È difficile rendersi conto delle presenze più significative che dicono quanto sia amata e stimata questa celebrazione, ma dal prezioso “Libro dei Visitatori” riportiamo:
dei Carabinieri sono presenti: il tenente colonnello Fabrizio Riva e il luogotenente Felice Erba di Milano, il maresciallo aiutante Alan Barcelli di Alagna;
della Guardia di Finanza Soccorso Alpino sono presenti: il brigadiere Paolo Dalla Valentina e i finanzieri Fabio Berardo, Marco Cordero e Lucia Rocchi;
del Soccorso Alpino Valsesia-Valsessera il delegato Moreno Solesio, Gian Paolo Derossi e Martino Borrione delegato del Soccorso Alpino di Biella e vice-presidente Soccorso Alpino Regionale del Piemonte;
del Corpo Guide alpine di Alagna, che quest’anno celebrano il 140° di fondazione, sono presenti con gagliardetto i fratelli Paolo e Alberto Enzio col figlio Andrea attualmente capogruppo, Andrea Degasparis che con alcuni alpini rappresenta anche il gruppo Alpini di Alagna e Gian Piero Viotti, che con i suoi 46 anni di fedeltà a questa celebrazione mi richiama tanti altri nomi di Guide del Monte Rosa che condivisero e parteciparono; questi Alagnesi vogliono ricordare in particolare i defunti Sergio Degasparis ed Emilio Detomasi nel 10° anno della morte.

Il momento più toccante della celebrazione:                la presentazione delle fiaccole

Sempre da Alagna è presente, con fascia tricolore, il vicesindaco Roberto Veggi, anche consigliere del “Consiglio Autonomie Locali Regione Piemonte”.
Le guide alpine Valdostane sono rappresentate da Bruno Béthaz con la moglie Mariarosa per ricordare il fratello Piero e gli altri 5 del corso guide caduti sul Lyskamm nel settembre 1985; Carla Angster nel ricordo del fratello Jose guida e maestro di sci caduto nel 1997 porta anche l’adesione e il saluto di tutte le Guide di Gressoney.
Da Macugnaga sono giunti Maurizio Vittone, Stefano Tabachi, Alessandro Caldarera e Davide Anchieri, guide alpine e membri del Soccorso Alpino di Macugnaga e Valle Ossola che accompagnano Elena Lorenzini che presenterà la fiaccola del marito Alberto Pizzigoni.
Sono circa una ventina i pellegrini che ci manda la Madonna del Rocciamelone dalla Valle Susa guidati dall’alpino Italo Pent che già l’11 luglio era salito con Pirmin Manzon e Matteo Viale a riverniciare la croce e la balconata: li ringraziamo; estendo il mio grazie a Maria Adele, Pierangelo Pettigiani e Piero Antoniono di Condove che mi hanno accompagnato fino a Gressoney, anzi al passo dei Salati (m 2882) dove ho salutato quasi tutti i partecipanti che di lì sono passati; ringrazio i miei nipoti Antonio Ravera e figli Marco e Sonia con Lorenzo che rappresentano la mia famiglia e la comunità di Fossano. Da Rosta c’è una rappresentanza fedele fin dal 1967, quest’anno è costituita da: Alfredo Valle, Mario Dellai, Marco Merlo, Gianni Melotti ricordano don Luca Gamba (c. 2005) e Gabriele Rada (c. 2003); Da Buttigliera l’ing. Alessandro Viotti (86 anni, perciò decano dei convenuti) giunge a Messa iniziata poiché prima è salito alla Piramide Vincent (4215 m.) in cordata con Luciano Rosso, Roberto Pomponi, Alessandra Balbo.

              I partecipanti alla celebrazione

Del C.A.I. di Varallo sono ancora presenti l’ex presidente Giorgio Salina, l’attuale vice-presidente Paolo Erba e vari soci anche delle sottosezioni.
Del C.A.I. di Biella la presidente Daniela Tomati con il past president Wilmer Acquadro e soci; del coro “Genzianella” 6 coristi convocati da sempre da Vittorio Lanza; il gruppo più numeroso dei convenuti è quello biellese (circa una quarantina) tra cui la guida alpina Alberto Guelpa, Armando Recanzone e Alessandro Blotto in rappresentanza del gruppo Alpini di Biella.
Il C.A.I. di Gravellona e sezioni Est del Monte Rosa sono rappresentate dal presidente Bruno Migliorati e dal vice presidente Tino Pidolazzi; per il comitato Direttivo del C.A.I. Piemonte il consigliere Pierantonio Rotta.
Il dott. Franco Movalli, presidente del C.A.I. di Baveno scrive: «Col dott. Clemente Roberto di Pallanza sarò presente “in spirito” nel ricordo di tanti amici che non sono più con cui abbiamo condiviso questa celebrazione: Priotto, Ferrario, Fuselli, Germagnoli ….».
Il dott. Ovidio Raiteri, alpinista borgosesiano, uno dei co-fondatori del “Soccorso Alpino” e di “Montagna Antica Montagna da salvare”, manda adesione.
Da Biella Ivano Sighel, ex Ispettore Forestale dello Stato, Comandante la Stazione di Biella, dice: «Voglio godere spiritualmente quanto ho goduto in varie partecipazioni dirette».
Da Torino Paola Delpiano nipote di don Franco Delpiano architetto della Cappella, scrive: «Affidiamo alla Madonna dei Ghiacciai – la più vicina al cielo d’Europa – il nostro viaggio in Mato Grosso del Sud presso l’Ospedale São Julião, per servizio missioanrio. Quest’anno ricorrono i 40 anni dalla morte di don Franco Delpiano architetto e progettista della Cappella (sua prima opera) e dell’Ospedale São Julião in Brasile (sua ultima opera)».
Da Bologna Mons. Luigi Bettazzi (classe 1923, prossimo ai 90 anni) convalescente dopo recente operazione così dice: «Unito a tutti coloro che partecipano alla celebrazione alla Cappella intitolata alla Madonna dei Ghiacciai da me benedetta il 5 Agosto 1967, con grande nostalgia ed affetto tutti abbraccio e benedico».
Da Ventimiglia Mons. Alberto Maria Careggio scrive: «Dirle che desidererei ancora molto salire alla Capanna Gnifetti, ai piedi di Maria, per una celebrazione intensa e carica di emozioni come sempre, è troppo poco! Quanti ricordi! Quanta gioia spirituale, seppure frammista alle lacrime dei familiari e degli amici in pianto per i loro caduti della montagna!».
Così ci scrive da Torino Don Stefano Martoglio, Superiore dei Salesiani del Piemonte e Valle d’Aosta: «Saluto fraternamente tutti coloro che partecipano al pellegrinaggio alla Madonna dei Ghiacciai. Mi è caro ricordare un pensierino di don Bosco: “La riconoscenza è il più bel fiore che adorna un cuore giovanile e ne predice il futuro”. Lo applico agli allievi di don Vesco che costruirono la Cappella per ricordare il loro maestro, educatore e guida. La Vergine Santa susciti ancora nella Congregazione Salesiana e nel mondo giovanile educatori della statura di don Vesco».
Da Torino Don Paolo Ripa di Meana,Vicario Episcopale per la Vita Consacrata, scrive: «Ho ricevuto con gioia la tua lettera e la locandina per il prossimo 4 agosto. Ho visto anche il bel sito internet. Congratulazioni! La tua lunga e costante devozione a Maria, onorata lassù, ha fatto della Cappella Madonna dei Ghiacciai un punto di riferimento per tante e tante persone».
Dal santuario di Nostra Signora del Monte Stella di Ivrea il maestro don Domenico Machetta, autore della “S. Messa per coro di montagna a quattro voci pari” composta nel 1967 per l’inaugurazione della Cappella, manda un pensiero di comunione e adesione alla nostra celebrazione.
Da una celebre “clausura” (isola S. Giulio d’Orta), l’abbadessa Anna Maria Canopi, assieme alla sua comunità, ha gradito la lettura della nostra lettera per un pellegrinaggio spirituale al Monte Rosa concesso anche alle caustrali. Da Torino le suore Salesiane: sr Armida, sr Carla, sr Luigina, sr Maddalena che il 5-6 agosto 1978 salirono anche al Cristo delle Vette e Capanna Margherita, aderiscono con nostalgia.
Il successore di Don Gnifetti,il parroco di Alagna don Carlo Elgo, detto anche il parroco del monte Rosa per le sue innumerevoli ascensioni alpinistiche in particolare a Punta Gnifetti e Capanna Margherita, a nome di tutta la comunità Alagnese, manda la sua adesione spirituale e il suo saluto al vescovo Giuseppe Anfossi e rinnova il suo cordoglio alla famiglia Degasparis e alle famiglie degli altri defunti commemorati oggi alla Madonna dei Ghiacciai.
Don Ugo Casalegno, parroco di Gressoney La Trinitè, nel cui territorio sorge la cappella, impedito dagli impegni pastorali molteplici di questi giorni festivi, invia l’adesione sua e di tutta la comunità Gressonara e il suo ringraziamento a Mons. Giuseppe Anfossi per i ripetuti pellegrinaggi, in particolare per i festeggiamenti in onore del Cristo delle Vette rinnovato, nel 2008, per la presenza con il Cardinale Tarcisio Bertone il 26 luglio dello scorso anno alla settecentesca cappella Sant’Anna per la benedizione della bronzea targa commemorativa nel decennale del pellegrinaggio del Papa alpinista, Beato Giovanni Paolo II alla medesima cappella e al colle di Bettaforca e auspica che questa ormai tradizionale festa della Madonna dei Ghiacciai e la memoria dei Caduti, delle Guide e dei Grandi amici del Monte Rosa, nella Cappella più alta delle Alpi sulla via del Cristo della Vette e di Capanna Margherita, sia continuata in futuro.
Presenze molto significative per la nostra celebrazione sono i familiari fedeli ogni anno: Clelia Rimella per il figlio Francesco e Gabriele, Giulia ed Elisa Cucchi per Massimiliano caduti il 31 dicembre 1993; per Paola Bianchi, caduta nel 2005, è presente il papà Silvio, Giuliana e Antonella con Vincenzo Caldesi cognato; per Alex Mancin, caduto nel 2000, è presente il papà Carlo.
Molti altri genitori e parenti non potendo salire a quota 3647 hanno inviato la loro adesione: Donata Bertone da Borgosesia nel ricordo del fratello Giorgio, guida esperta del Soccorso Alpino, caduto al Monte Bianco nel 1977; Maria Durio-Mentigazzi per il marito Ezio Mentigazzi caduto nel1995; Franca e Flavio Ciapparelli per il figlio Francesco caduto nel 1999; da Cuneo la famiglia Borsi nel ricordo del figlio Alberto caduto nel 2002 sul Lyskamm con Enrico Quaranta; Susanna Mosca da Biella ricorda il papà Emanuele caduto nel 2011; Cristiana Lombardi al ricordo del figlio Luigi Amedeo Sertorio caduto nel 1994 con Gustavo Amedeo Peyron, unisce la memoria del marito Guido salito al Cielo il 23 maggio dello scorso anno; da Cavallirio la famiglia Vercelli nel ricordo di Ermanno caduto nel 2007; da Varese Rita Rosati nel ricordo del figlio Marco caduto nel 1987; da Cles Gemma Zanon nel ricordo del figlio Elio caduto ne 1981; da S. Benigno Angelo Susa e Anna Maria nel ricordo del figlio Ermanno caduto nel 1985; da Montafia Rina Gatti affida il figlio Giamberto ed Elsa, costruttori della cappella ed il marito Arturo Gatti colonnello degli Alpini; da Varallo Efisia Degaudenzi ricorda il marito Peppino; da Magenta Argenide Oldani insieme al figlio Orlando (caduto nel 1993) affida il marito Giovanni ora salito al Cielo; da Domodossola Nella Garrone Annaratone nel ricordo del figlio Pier Luigi caduto nel 1985; da Samarate la famiglia Ladini ricorda il figlio Andrea caduto nel 1992; da Briga Novarese Elena Tadini ricorda il marito Luciano Antonioli caduto nel 2004; da Brusson Luisella Margutti ricorda il marito Remo Spataro caduto nel 1998; da Riva Valdobbia Adriana Bruno Carmellino ricorda il figlio Silvano caduto nel 2002; da Predazzo la famiglia Cemin ricorda il figlio Gian Piero caduto nel 1992; da Ghislarengo Dario Civerolo ricorda l’amico Gian Franco Cenerini caduto nel 2003; da Varallo Pombia Giovanni Deambrogio nel ricordo della sposa Giuseppina benefattrice della Cappella; da Cuneo Maria Cerrato nel ricordo del marito Umberto Boella; da Omegna la famiglia Germagnoli ricorda Giorgio presidente A.G.A.I. che partecipò assiduamente alle nostre celebrazioni; da Alagna la famiglia Chiara ricorda il cav. Enrico, guida e custode di Capanna Gnifetti per 26 anni, fedele alle nostre celebrazioni fino al 5 agosto 2006, a 87 anni.
I genitori di Serena Salvucci e di Alessandro Mennella, caduti sul Lyskamm nel 2003, rinnovano il ringraziamento per questa celebrazione e per la memoria dei loro figli a cui è stato dedicato anche un sentiero sull’Appennino Ligure.
Da Torino il dott. Paolo e Luciana, genitori di Filippo Vaccino, caduto sul Lyskamm insieme a Carlo Leone il 19 luglio 2010, esprimono fedeltà alla nostra celebrazione e vivissimo desiderio che non venga meno in futuro questo appuntamento spirituale fonte di grande consolazione.
Di fronte a questa assemblea così caratteristica, selezionata, purificata e motivata il Vescovo non ha parlato che di “Comunione”:

Il Crocifisso della Cappella, simbolo              del massimo dono di vita.

«La Madonna ci ha convocati quassù per celebrare la vittoria del BENE sul MALE, abbiamo sentito il suo canto: Lei canta, come un inno biblico trionfale la battaglia e la vittoria di DIO, la vittoria dell’AMORE!
L’AMORE infinito ci ha creati, ci ha soccorsi quando siamo caduti, si è abbassato fino ad assumere la nostra carne, la nostra debolezza, i nostri drammi e persino la nostra morte.
Gesù nell’Ultima Cena dopo essersi inginocchiato, come uno schiavo a lavare i piedi dei suoi discepoli, ha fatto con grande serenità il dono totale di sé stesso, della sua VITA, del suo CORPO, del suo SANGUE, della sua MORTE e anche della sua VITTORIA sulla MORTE, della sua RISURREZIONE: lo ha fatto con un rito che noi ripetiamo oggi, quassù, nella più elevata cappella delle nostre Alpi, così misteriose ed attraenti.
Noi siamo tutti qui convocati dal MISTERO di AMORE  che ci condiziona, che portiamo dentro, che ci obbliga a vivere, a rischiare e anche a morire, se occorre, gli uni per gli altri, secondo la più grande opera di MISERICORDIA che si possa immaginare e che per alcuni di voi, guide e soccorritori, è quasi come “statuto”.
L’Eucaristia che celebriamo è la più grande realistica risposta a questo mistero di cui siamo portatori, è comunione viva tra di noi e con coloro che ci hanno preceduti nella morte, è assicurazione totale che vivere d’AMORE e di SOLIDARIETÀ è la nostra vera, unica vocazione che ci evidenzia come figli di DIO e VINCITORI del MALE e della MORTE.
MARIA SANTISSIMA che ha voluto questa convocazione e celebrazione sia la nostra GUIDA che in cordata sicurissima ci conduce a suo FIGLIO GESÙ, per noi simboleggiato dal CRISTO delle VETTE presso cui ho celebrato l’Eucaristia il 30 agosto 2008 inaugurandone la statua restaurata.

La Madonnina posizionata all’interno della Cappella

Mando un pensiero riconoscente mio e di tutti i convocati quassù in questi 45 anni a don Capra e a tutti coloro che con il loro amore, partecipazione, coinvolgimento, dedizione, offerta, volontariato, animazione e custodia (ai “Capanat” in particolare, al C.A.I. di Varallo, alle Guide e Soccorso Alpino e Alpini) hanno fatto questo sacro appuntamento, ormai tradizionale a cui do’ la più grande benedizione come Vescovo di una diocesi e Valle che ho amato, animato, servito per 17 anni, perché in futuro questo piccolo ma altissimo faro continui ad illuminare il nostro alpinismo e il Club Alpino Italiano che sta per celebrare (nel 2013) il 150° compleanno».

È seguita l’offerta delle fiaccole sempre altamente coinvolgente e commovente per la forte personalizzazione che si dà alla memoria di ogni fratello e sorella che affidiamo alla custodia di questo sacrario che dal loro sacrificio è stato generato.
La fiaccola di Tiziano Barbonaglia è stata presentata da Moreno Solesio del Soccorso Alpino; quella di Sergio Degasparis dal figlio Andrea; quella di Dario Mazzia Piolot dal figlio Daniele con Aldo Polzotto e Teresio Agliaudi amici di Dario; Elena Lorenzini presenta quella del suo sposo Alberto Pizzigoni; la giovanissima Letizia Lombardi presenta quella dei genitori Anna e Marco, mentre Gianluca Lombardi legge il profilo; La fiaccola di Giovanni Borgini dai familiari del cav. Agostino Negra; la fiaccola del 10° anno è presentata dalle Guide di Alagna che sottolineano il ricordo del collega Emilio Detomasi.

 

Sergio Degasparis di 56 anni, morto improvvisamente il 2 ottobre 2011 nel Vallone di Otro, Capogruppo Alpini di Alagna, guardia del Parco Naturale Alta Valsesia, volontario nella Protezione Civile e Soccorso Alpino, membro del Gruppo Folcloristico e della Banda Musicale.
La sua sposa Franca ha tracciato per noi questo profilo e saluto: «Sergio era un uomo semplice e schietto, appassionato di storia e natura, orgoglioso delle proprie origini walser e delle tradizioni del suo paese. Si è dedicato con amore alla sua famiglia e alla sua casa e ha avuto accanto a sé amici sinceri con cui ha condiviso momenti di difficoltà e momenti di festa, amava stare in compagnia, cantare e ballare al suono della fisarmonica.
Sergio ha sempre amato molto la montagna in cui è nato e ha vissuto come aspirante Guida Alpina, guardia parco e Alpino e ha saputo trasmettere questo sentimento ai nostri figli cui non si stancava mai di narrare le vicende vissute tra i monti sin da giovane. Se ne è andato come desiderava, solo nelle sue montagne, mentre saliva alla nostra baita di Scarpia con la gioia nel cuore: il giorno prima nostro figlio Andrea era salito sul Tagliaferro tanto amato e nostra figlia Laura lo aveva reso nonno da poco! Lo vogliamo ricordare con questa semplice preghiera:

“Sii lodato e ringraziato, Signore, per aver creato le montagne, l’acqua, la neve, i boschi, gli animali e i fiori che le adornano, il sole che le illumina
per concedermi di percorrerle ogni giorno e amarle profondamente cogliendo la bellezza della Tua creazione
per la pace che mi dona la solitudine tra i Tuoi monti: scrutandone l’altezza e la maestosità ho imparato a meditare ed arricchire il mio spirito.
E se un giorno Tu decidessi di farmi restare fra loro per sempre, Ti supplico, Signore, di accogliere l’anima mia nel Tuo abbraccio d’amore infinito”».

Tiziano Barbonaglia di Vercelli di 53 anni, caduto il 25 giugno 2011 nei pressi del Passo dell’Alpetto a quota 2774.
La moglie Rossella così scrive: «Per mio marito Tiziano Barbonaglia.
Mi sono innamorata di mio marito all’età di 14 anni e nel preciso momento che l’ho visto per me è stato come se fosse apparso il sole, attorno a me non esisteva più niente e nessuno. In quel preciso istante ho capito che il mio più bel sogno si era avverato.
Mi ha amata in un modo assoluto, per nostro figlio e per me è stato e continuerà ad esserlo il nostro punto di riferimento, Tiziano era forte come le rocce sulle quali camminava e la sua forza mi accompagna tutt’oggi. Ho avuto il privilegio di vivere accanto a mio marito che possedeva le più belle qualità che un essere umano possa avere, era un vero signore che anche verso le persone più deboli sapeva dimostrare un’infinita bontà d’animo.
La scorsa estate era lassù sulle sue amate montagne per godere le meraviglie della natura, era già in alto, vicinissimo a quello splendido cielo di porcellana, là il Signore l’aspettava e l’’ha portato con sé, ed io non ho potuto fare niente per trattenerlo.
Mi ha fatto un immenso piacere quando Don Capra mi ha dato la possibilità di parlare di mio marito, in occasione della celebrazione che si terrà in agosto alla Madonna dei Ghiacciai, in questo modo posso fare comunione con quelle persone che conoscono il mio stesso dolore. Sono certa che continuando a parlare di coloro che ci hanno tanto amato e che noi abbiamo tanto amato, loro saranno sempre accanto a noi e il nostro amore non avrà mai fine. Quando ho salutato mio marito per l’ultima volta, il mio non è stato un addio, ma un arrivederci lassù oltre le nuvole, nel regno degli Angeli.
Tiziano ti amo più di prima  tua moglie Rossella».

Dario Mazzia Piolot nato il 30 giugno 1937 e morto il 16 agosto 2011; amava molto la Valsesia e la sua storia montanara e alpinistica che ripercorreva con grande, meticolosa passione di ricercatore e rielaboratore. Sovente era con gli amici alpinisti Teresio Agliandi (coetaneo) e Aldo Polzotto (più giovane di un anno), tutti soci del C.A.I. di Valsessera, ma quel 16 agosto era solo; risalì la valle Gronda, uscì in valletta Artorto discendendo verso la Val Sorba e nei pressi delle antiche miniere (cave di marmo) di Massucco avvenne la caduta fatale.
Così lo ricordano i figli Daniele e Giacomo: «Era un uomo che amava la montagna si può dire che era la sua unica passione, appena riusciva a ritagliarsi un po’ di tempo prendeva il suo zaino e percorreva e ricercava percorsi più impervi ed è cosi’ che purtroppo l’anno scorso uno di questi ce l’ha portato via. Non sappiamo se si può dire che è stata imprudenza o destino certo è che ora riposa in pace tra le sue adorate montagne».

Alberto Pizzigoni nato a Bustarsizio il 20 agosto 1961 e morto il 13 dicembre 2011 travolto da una valanga sul Corno di Sewinen, ha lasciato un figlio, Giovanni Carlo di appena 7 mesi al momento dell’incidente, che così ci è presentato dalla sua compagna Elena: «Alberto era un architetto e dagli anni dell’università aveva sempre vissuto a Milano; la sua grande passione fino ai 40 anni era il mare: aveva lavorato come progettista di barche, era un velista, faceva parte del nucleo dei sommozzatori della Protezione Civile di Milano. Da una decina di anni aveva iniziato a trascurare il mare lasciando spazio al nascente interesse per la montagna, la ‘sua’ montagna: la Est del Rosa. Fin da quando aveva 5 anni frequentava Macugnaga e tutti i weekend, le vacanze, i ritagli di tempo li trascorreva lì sciando, arrampicando, camminando, vivendo la montagna in tutte le sue forme talvolta estreme. Si era dato l’obiettivo di raggiungere un 4000 prima dei suoi  50 anni e ci è riuscito in anticipo, tanto che da allora non aveva più smesso di inseguire le vette.
Anche per il ponte di Sant’Ambrogio del 2011 eravamo a Macugnaga da dove Alberto è partito per la solita gita di scialpinismo con alcuni amici, ma quella volta non è tornato. La sua montagna l’ha preso con sé.

  Lascia che sia fiorito / Signore il suo sentiero, / quando a te la sua anima / e al mondo la sua pelle / dovrà riconsegnare, / quando verrà al tuo cielo/ laddove in pieno giorno / risplendono le  stelle».

Anna Varnero di 48 anni e Marco Lombardi di 52 anni caduti sulla Dent D’Herens il 24 agosto 2011. Un’ondata di dolore immenso si abbattè non solo sulle famiglie Varnero e Lombardi, ma sulle comunità di Sagliano e Andorno e a tutto il Biellese.
Il parroco, don Franco, così li salutò nella Messa funebre: «L’unico rincrescimento al termine della vita è quello di non aver amato abbastanza. Loro hanno amato la famiglia, il lavoro, quella coperitiva “La Vela” dando occupazione a gente disagiata, a ex carcerati e a chi ne avesse un disperato bisogno, avevano un cuore di carne pieno di compassione per tutti. Di loro ci rimane l’amore per la vita con il gusto e l’amore per la montagna e l’attenzione a chi nella vita faceva fatica e il Signore ha detto loro: “l’avete fatto a Me”!».

 

Giovanni Borgini per 40 anni socio del C.A.I. di Novara che ci ha lasciati il 30 gennaio 2012; è stato un grande amico e un grande benefattore che ha impreziosito le nostre manifestazioni col dono delle sue artistiche riproduzioni della Cappella, del Cristo, di stelle alpine e genziane incise su trance di betulla.
Così lo ha salutato il Presidente del C.A.I. di Novara Boris Cernovac: «Salutiamo oggi Giovanni, un alpinista innamorato della montagna, del Monte Rosa in particolare, di cui conosceva ogni cima. Era per indole un uomo di montagna. All’apparenza schivo, rude, ma appena un istante dopo, emergeva la sua vera natura: generosa, leale, sempre disponibile. Sapeva commuoversi al solo pianto di un bambino; sapeva attivarsi prontamente a tutela del più debole.
L’ho conosciuto ormai avanti negli anni; l’età gli aveva imposto la rinuncia alle alte vette, ma il suo spirito, sempre entusiasta ed indomito, l’aveva portato ad occuparsi dell’organizzazione dell’escursionismo di sezione, sino a divenirne l’indispensabile promotore, a svolgere un ruolo fondamentale nel gruppo escursionistico “Bruno Vittori”.
Lo ricordo con noi in sede, nelle escursioni, sempre pronto e disponibile per ogni esigenza, a supporto del responsabile, desideroso di rendersi utile per assicurare la piena e proficua riuscita di ogni percorso.
Giovanni era anche uomo di fede: con la fede infatti e con la preghiera ha saputo affinare i propri sentimenti e preparare il suo ritorno alla casa del Padre».

                                                                                        

 

Sabato 23 giugno 2012

 

Alagna, Val Sesia – Rifugio Pastore, Alpe Pile m. 1575

La celebrazione è stata preparata attraverso il contatto con tutte le famiglia dei commemorati e le sezioni del C.A.I. gravitanti su Monte Rosa e i vari Corpi di Guide Alpine e Soccorso Alpino delle sue valli e presentata il sabato 23 giugno al “31° Incontro dell’Amicizia tra le Genti del Monte Rosa” (organizzato ogni anno, a turno, dalle sezioni C.A.I. di Varallo, Macugnaga, Biella, Gressoney e Verres con i gruppi A.N.A. di Valsesia, Ossola, Biellese e Valle d’Aosta) che quest’anno è stato celebrato in Valsesia all’Alpe Pile, rifugio Pastore, a quota m.1571.

 

 

 

 

Un momentio della festa 2012 del “31° Incontro dell’Amicizia tra le Genti del Monte Rosa”

 

L’incontro 2012 è stato particolarmente partecipato anche per la coincidenza con la quarta edizione della gita del C.A.I. Regione Piemonte che mi ha dato la gioia e la sorpresa di vedere un buon numero di amici del C.A.I. di Mondovì e di Fossano dove ora risiedo.

 

 

 

 

Fanfara Alpina del Cusio” di Omegna suonando tradizionali marce alpine; l’appuntamento prossimo

 

La giornata era bella, i partecipanti almeno 500 tra cui ho rivisto Teresio Valsesia e il decano cav. Agostino Negra che a giorni compirà 90 anni e tanti amici del C.A.I. di Varallo e sezioni del Monte Rosa.
La Messa è stata presieduta dal parroco di Alagna, don Carlo Elgo con a fianco don Remo Baudrocco di Biella e il sottoscritto don Giuseppe Capra. Il Coro Varade ha animato offrendo decoro e solennità alla celebrazione.

 

 

 

Don Giuseppe Capra insieme al decano cav. Agostino Negra e tutti gli antichi vecchi amici della Cappella vi salutiamo.

 

 

 

 

Mentre i “polentari” del C.A.I. ed alpini distribuivano le 500 razioni, comparve, graditissima, la “Fanfara Alpina del Cusio” di Omegna suonando tradizionali marce alpine; l’appuntamento prossimo 2013, dell’incontro sarà al Monte Moro, Macugnaga in concomitanza con le celebrazioni per i 150 anni di istituzione del Club Alpino Svizzero e quello Italiano.

                                                                                        

Al termine della celebrazione il presidente del C.A.I. di Varallo dott. Carlo Raiteri dice una parola conclusiva portando ancora l’attenzione e un pensiero riconoscente alla figura di Emilio Detomasi nel 10° anno della sua morte: «È stato un personaggio di elevatura superiore con un cuore grande come una casa; è stato una guida per tutti, nel senso che abbiamo imparato tutti dall’Emilio; si è dato anima e corpo al Soccorso Alpino, a salvare la gente e non solo qui, ma anche lontano, nel Nepal per l’asilo, l’ospedale, la scuola, lasciando una traccia importante, significativa di quanto “l’alpinismo vero” sia una scuola e una palestra di umana crescita e solidarietà. A nome del C.A.I. di Varallo ringrazio tutti i partecipanti, ringrazio gli officianti in particolare il “Vescovo Emerito”, parola significativa, sia per l’età che per le benemerenze in pellegrinaggi alpini, “palestre di fede” come ha detto qualche giornale; ringrazio le Guardie di Finanza del Soccorso Alpino, ringrazio le Guide, in particolar modo quelle di Alagna che hanno festeggiato a giugno il 140° anno di fondazione, gli Alpini, i Carabinieri, le rappresentanze di altre sezioni del C.A.I.
Auguro a tutti un buon ritorno da questa celebrazione che comporta anche qualche lacrima, ma che lascia contento il nostro cuore».
Con tutto l’amore che ho portato alla nostra Madonnina, al Cristo delle Vette, ai vostri CADUTI, alle vostre famiglie, a questo vivificante appuntamento che non deve spegnersi, vi saluto e vi benedico, ringraziando tutti gli amici, benefattori, collaboratori, fotografi e relatori che hanno contribuito a comporre il “SITO”, e tutti coloro che risponderanno a questo messaggio.
Proprio ora un corriere mi porta da Cles (Trento) una bella cassetta di mele profumate inviate dalla gentile Gemma Zanon (classe 1930), visibile nel sito il 5 agosto 1986 mentre proclama la seconda lettura della Messa: la ringrazio, anche perché da 25 anni usa rispondere ad ogni mia lettera, anche con l’invio di 10 francobolli, utili per la nostra corrispondenza.
Altri inviano offerte per la celebrazione di Sante Messe (per ricorrenze familiari) o semplicemente per la Cappella (manutenzione, organizzazione) o per iniziative di solidarietà montanara a cui varie volte accenniamo anche nel SITO.
Pensate che due dei ragazzi costruttori, Riccardo Castellino ed Enrico Bergadano, sono ora sacerdoti missionari in Africa; dei ragazzi dei campeggi uno è ora vescovo, Mons. Flavio Giovenale, nella più povera diocesi del Brasile (Abatetuba); Serafino Chiesa e Michelangelo Aimar sono sacerdoti in Bolivia e condividono la vita molto sacrificata dei montanari Andini, che vivono anche a quota 4000 m.
I miei anni più fortunati di educatore alpinista furono dal 1965-75, avevamo le montagne vicino, facevamo alpinismo e sci alpinismo in formule molto semplici ed economiche, avevamo attenzione ed amicizia verso i montanari, specialmente anziani e solitari che non riuscivano a staccarsi dalla loro baita isolata neppure di inverno, li aiutavamo a fare le riserve di legna, di acqua, a raccogliere fieno e castagne, quando nevicava molto, mandavo i ragazzi con gli sci a controllare che i vecchi tetti non sprofondassero: ricordo la gioia di questi giovanissimi quando tornavano dalla loro missione e penso che queste esperienze giovanili li abbiano forgiati anche per la loro scelta di vita.
Per facilitare l’eventuale invio di offerte unisco il numero del conto corrente bancario, pregando di precisare se è per celebrazione di Messe, per la Cappella o per la solidarietà missionaria e umanitaria.

Con un grande abbraccio.
Don Giuseppe Capra

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Sul “Libro dei Visitatori” abbiamo visto molti messaggi lasciati dai pellegrini e così abbiamo pensato di riportarne qui alcuni dei più significativi.
 

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