2009 – Fedeltà al primo sabato di agosto

Sabato 1° agosto 2009

Quest’anno ha presieduto la nostra celebrazione il direttore della scuola salesiana in Valle d’Aosta (Chatillon), don Silvio Carlin, lui stesso valdostano di Valgrisenche, sostituendo il Superiore Regionale dei Salesiani in Piemonte e Valle d’Aosta don Stefano Martoglio impedito all’ultimo momento; sono stati ricordati: Hans Albert Mellwig tedesco, caduto il 6 agosto 2008 sul Naso del Lyskamm; Reginald William George Clarke inglese di 70 anni e Iohannes Ruiter, olandese di 47 anni, morti assiderati il 15 agosto 2008 sul ghiacciaio del Lys; Erminio Jacchini di anni 68 di Macugnaga, sposato con Aurora da cui i figli Katia e Giampiero, ha svolto attività di muratore per mestiere e di guida alpina per passione, negli ultimi anni pastore all’Alpe Capraga; Rosario Petralia nato il 22 giugno 1944 a Borgosesia e deceduto il 15 febbraio 2009 in Valle Artogna al ritorno dal controllo della sua “casera” (1500 mt.), dopo la grande quantità della neve caduta. Lascia la moglie Anna, la figlia Enrica, il genero Luciano Serra, i nipotini Federica e Filippo; Due fiaccole sono state presentate per due amici illustri della nostra manifestazione, a cui parteciparono con fedeltà dal 1987 al 2000: l’ing. Giacomo Priotto lascia la moglie Carla, il figlio Gabriele e la figlia Tiziana con le nipoti Giorgia e Barbara; il rag. Ferruccio Ferrario: l’ing. Giacomo Priotto di anni 80, morto a Gravellona l’8 ottobre 2008, è uno degli uomini che più hanno dato lustro al Club Alpino Italiano, di cui fu presidente generale dal 1980 al 1985, in prima linea nelle battaglie per la conservazione dei nostri rifugi, presidente e vice presidente del festival di Trento, alpinista e sci-alpinista appassionato; Ferruccio Ferrario, di 93 anni, lascia la moglie Adriana: con alcuni amici fondò nel 1945 la sezione di Baveno del C.A.I. e per 25 anni ne sarà il presidente. Dal 1983 al 1985 Revisore Centrale dei Conti e dal 1986 al 1988 Presidente del Collegio Centrale dei Revisori dei Conti. Nel 1990 verrà nominato Revisore dei Conti del Festival Internazionale di Trento.

 

Nel 10° anniversario della morte abbiamo ricordato: dott. Vittorio Rossi di Rescaldina, 57 anni, caduto sulla Cresta Battisti sopra Macugnaga il 7 agosto 1999; Oliviero Frachey, guida alpina di 71 anni di Champoluc; geom. Guido Fuselli, 78 anni, morto a Civiasco-Varallo il 29 agosto 1999 presidente della Sezione C.A.I. di Varallo dal 1980 al 1985; Francesco Ciapparelli, 21 anni, morto l’8 agosto 1999 sul sentiero Terzaghi al Pizzo Nero, presso il rifugio Zamboni; don Pietro Rota, 74 anni, deceduto a Torino Crocetta il 30 marzo 1999.

Cominciano ad arrivare gli amici più affezionati: la Guida Bruno Béthaz con il figlio Tierry, viene ad onorare la memoria del fratello Piero e degli altri 5 allievi-guida caduti il 17 settembre 1985 sulla parete sud-est del Lyskamm, che ci sovrasta; i ragazzi costruttori della Cappella sono rappresentati da Pier Giorgio Montarolo che vuole fare anche memoria del fratello Alberto, innamoratissimo della montagna e morto prematuramente nel 2003 e Mario Michela con i figli Abele, Roberta e Rocco; da Ornavasso giungono Angelo e Giulia Cucchi per ricordare il fratello Massimiliano e mamma Clelia Rimella per il figlio Francesco (caduti 1993); da Alagna giungono la guida emerita Giampiero Viotti che partecipa così, fedelissimo, per la 43a volta alla nostra celebrazione; del Soccorso Alpino Guardia di Finanza di Riva Valdobbia, sono presenti i brigadieri Fabio Loss e Palmino Deligia; l’ing. Alessandro Viotti (83 anni) di Buttigliera Alta (TO) è il decano dei partecipanti; da Rosta (TO) il dott. Franco Balbo, fedele ormai da molti anni, col gruppo dei Rostesi che non sono mai mancati fin dal 1967.

 

Risuona la Parola di Dio: «….. beata Colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore; allora Maria disse: “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore ….. ». Parla don Silvio: «Più che un’omelia sulla PAROLA ascoltata, che certamente vibra nel cuore di ciascuno con risonanze tipiche che in qualche modo saranno assaporate, vissute e anche trasmesse … Vorrei confidarvi che, come salesiano, sono salito quassù a ringraziare questa Madonna Salesiana, nata per ricordare il salesiano don Vesco, nata dal cuore di allievi ed ex-allievi salesiani, perché in questo anno 2009 la Congregazione Salesiana compie 150 anni di vita. Don Bosco si fidò di un piccolo gruppo di allievi più promettenti e diede vita, nel1859, ad una delle fondazioni che più hanno operato nel mondo per la formazione e la salvezza della gioventù e delle famiglie. In questa Cappella, la più alta d’Europa, mi è caro affidare a Maria Santissima, Madre e Maestra (come lo fu per don Bosco), tutta la gioventù d’Italia e d’Europa, perché non abbia paura di essere cristiana e di offrire al mondo uno spettacolo di cristiana civiltà, la civiltà “dell’Amore”».

Segue il momento particolarmente toccante dell’offerta delle fiaccole; la quarta è per l’ing. Giacomo Priotto di anni 80, nato il 26 febbraio 1928, morto a Gravellona l’8 ottobre 2008 lasciando la moglie Carla e i figli Gabriele e Tiziana. È uno degli uomini che più hanno dato lustro al Club Alpino Italiano, di cui fu presidente generale dal 1980 al 1985, in prima linea nelle battaglie per la conservazione dei nostri rifugi, presidente e vice presidente del festival di Trento, alpinista e sci-alpinista appassionato. Fra i tanti messaggi, che donò alle nostre celebrazioni, riportiamo quello del sabato 3 agosto 2002: «La prego di scusare la mia assenza portando il mio saluto cordiale a tutti, con un significato, se possibile, più profondo del solito, in questo Anno Internazionale delle Montagne. Tra chi “è andato avanti sulle montagne del Cielo”, il mio commosso affettuoso ricordo è rivolto soprattutto a Renato Andorno con cui ho condiviso gioie e fatiche dal 1979, specialmente nella splendida traversata sci-alpinista delle Alpi, or sono vent’anni, ed a Pierino Iacchini con cui ho camminato e sciato per quarant’anni a Macugnaga. Auspico che il costante, sereno e affettuoso ricordo di tutti questi amici, nostri e della montagna, serva a dare significato profondo e prezioso a questo 2002, Anno delle Montagne, rendendo migliore l’Uomo nella meravigliosa essenza della Montagna. Con il mio cordiale saluto…».

La sesta fiaccola è per coloro di cui ricorre il 10° anniversario della morte; viene presentata dai tre amici di Francesco Ciapparelli: Pietro Vecchio, Stefano Catalano e Emanuele Gualla, riportano un pensiero-preghiera dei genitori dell’amico, Franca e Flavio: «Tanti sono i titoli della Madonna. / Madonna dei Ghiacciai, / Aiuto dei Cristiani. / Maria aiutaci a ringraziare Gesù / per i figli che ci hai donato, / ti affidiamo la nostra vita e il nostro amore, / perché non muoia mai. / Che i giorni di gioia, non si trasformino / in indifferenza verso le povertà del mondo. / Che i giorni di sofferenza, / facciano crescere il nostro amore. / Gesù che sei la Verità, donaci di generare sempre nuova vita. / Amen». Sempre gli stessi amici, compagni di liceo di Francesco,  hanno scritto questa preghiera che lascia trasparire anche l’anelito del loro cuore: «Per le persone che quotidianamente rispondono al comandamento d’amore di Gesù, perché lo sguardo amorevole di Dio, la protezione di Maria  e l’esempio di S. Francesco rinvigoriscano il loro Spirito, allietino le loro fatiche, li rendano pronti e costanti nella loro missione».

Il decano ing. Viotti ama ricordare il suo amico Luciano Ghigo, scomparso nel novembre 2008 a 82 anni, prestigioso responsabile del CISDAE (Centro Studi e Documentazione Alpinismo Extraeuropeo). Per la grandezza del suo valore alpinistico, basti ricordare la prima assoluta della est del Gran Capucin con Valter Bonatti.


 

 

 

Ricordiamo anche lo scalatore del K2 (31 luglio 1954), Achille Compagnoni, che si è spento, a 94 anni, all’ospedale di Aosta il 13 maggio 2009.

 

 

 

Abbiamo un ricordo anche per i tre francesi caduti il 17 luglio 2009, mentre compivano la traversata del Castore, partiti dal rifugio “Guide di Ayas” Lambronecca, con tempo non troppo favorevole, una tempesta li ha colpiti al Felick e sono caduti in un seracco. Don Carlin prega: «Notre Dame des Glaciers, nous vous confions les âmes des alpinistes français tombés avec leur guide au Castore le 17 juillet 2009».


                   Matteo Campia

Come socio del Club Alpino Italiano di Cuneo, mia terra natale, mi è caro anche ricordare il grande alpinista cuneese Matteo Campia che pochi giorni fa si è spento a 97 anni. Ai suoi funerali parteciparono tanti alpinisti ed amici, tra cui il Presidente generale del C.A.I. Annibale Salsa, così lo salutò: «Caro Matteo riposa in pace tra le montagne nostre della Granda ed accogli il mio ultimo saluto d’amico sincero ed affezionato, insieme con il saluto di tutti soci ed amici della montagna. Campia fu nominato socio onorario del CAI nel ’96, e la sua laudatio fu letta allora dall’accademico triestino Spiro Dalla Porta Xidias che ricorda l’amico scomparso con queste parole: “Troppo spesso ignorato perché modesto e schivo. Perché ha salito montagne, scalato pareti,aperto vie nuove non alla facile ricerca di riconoscimenti ufficiali, ma per intima passione. L’autentico valore non si misura con articoli di giornali o con interviste televisive. Ma attinge alle più alte vette; quelle della bontà e dell’elevazione spirituale”».

 

Don Sergio Blandino della Valsusa, inviato dalla Madonna del Rocciamelone dice: «Ringrazio naturalmente anch’io tutti, ringrazio il Signore di essere qui presente insieme a Sua Madre  e nostra Madre Maria; poi vorrei soltanto far notare a tutti che oggi con noi abbiamo anche un pezzo di Abruzzo, perché a S. Antonino stiamo ospitando da alcune settimane gli amici abruzzesi che hanno avuto la casa distrutta dal terremoto e due sono tra noi: Domenico e Maurizio fotografi; dal Gran Sasso al Monte Rosa».

                                                                         

 

Il tragitto verso il Passo dei Salati ci obbliga a passare presso l’altare massiccio costruito con macigni non squadrati, benedetto ed inaugurato da don Carlo Elgo, parroco di Alagna, il 9 agosto 2002. È intitolato a Santa Barbara e ”Ai Minatori delle Alpi” a quota 3162, e giustificato dall’esistenza fin dal 1785 della Capanna Vincent, poco a valle del colle superiore delle Pisse, ricovero per i minatori che sulle strapiombanti pareti dello Stollemberg, perforando profonde gallerie s’impegnarono nell’improbo e faticoso lavoro dell’estrazione dell’oro in quelle che vennero riconosciute come le miniere a più alta quota sulle Alpi. È stato voluto dalla Commissione “Montagna Antica – Montagna da Salvare”, guidata dal suo presidente Piero Velatta.

Capanna Vincent è stata restaurata per salvarla dal crollo; porta il nome di Nicolas Vincent di Gressoney e dopo di lui del figlio Jean Nicolas che qui organizzarono lo scavo di queste miniere.

 

 

Alcuni di questi minatori assieme ai loro datori di lavoro, furono anche i primi salitori del Monte Rosa nel 1778 fino alle Rocce della Scoperta presso il colle del Lys, nel 1819 fino alla vetta dell’attuale Piramide Vincent, nel 1820 fino a cima Zumstein (che ritenevano la più elevata del massiccio), poi nel 1821-1822 …

                                                                       


Martedì 3 novembre a Cuneo si è spento un altro grande amico della montagna e della nostra celebrazione, il prof. Umberto Boella; avrebbe compiuto 100 anni l’11 gennaio prossimo. È stato uno dei più illustri latinisti e grecisti del XX secolo; l’ultima partecipazione alla nostra celebrazione avvenne nel 1990, quando aveva 80 anni e ancora volle salire al Colle del Lys.


Giacomo Priotto di anni 80, nato il 26 febbraio 1928, morto a Gravellona l’8 ottobre 2008 lasciando la moglie Carla e i figli Gabriele e Tiziana. È uno degli uomini che più hanno dato lustro al Club Alpino Italiano, di cui fu presidente generale dal 1980 al 1985, in prima linea nelle battaglie per la conservazione dei nostri rifugi, presidente e vice presidente del festival di Trento, alpinista e sci-alpinista appassionato. Fra i tanti messaggi, che donò alle nostre celebrazioni, riportiamo quello del sabato 3 agosto 2002:

«La prego di scusare la mia assenza portando il mio saluto cordiale a tutti, con un significato, se possibile, più profondo del solito, in questo Anno Internazionale delle Montagne. Tra chi “è andato avanti sulle montagne del Cielo”, il mio commosso affettuoso ricordo è rivolto soprattutto a Renato Andorno con cui ho condiviso gioie e fatiche dal 1979, specialmente nella splendida traversata sci-alpinista delle Alpi, or sono vent’anni, ed a Pierino Iacchini con cui ho camminato e sciato per quarant’anni a Macugnaga. Auspico che il costante, sereno e affettuoso ricordo di tutti questi amici, nostri e della montagna, serva a dare significato profondo e prezioso a questo 2002, Anno delle Montagne, rendendo migliore l’Uomo nella meravigliosa essenza della Montagna. Con il mio cordiale saluto…».

                                                                         

 

 

Rag. Ferruccio Ferrario, nato a Baveno il 2 ottobre 1915, morto il 4 novembre 2008, sposato nel 1945 con Adriana con cui condivise il grande amore alla montagna; con alcuni amici fondò nel 1945 la sezione di Baveno del C.A.I. e per 25 anni ne sarà il presidente. Dal 1983 al 1985 Revisore Centrale dei Conti e dal 1986 all’88 Presidente del Collegio Centrale dei Revisori dei Conti. Nel 1990 verrà nominato Revisore dei Conti del Festival Internazionale di Trento. Riportiamo il messaggio poetico che mi mandò il 19 dicembre 1997.

IL MIO TEMPIO

Il mio tempio è lassù o Signore! / Nascosto tra pinnacoli di ghiaccio, / tra pareti di roccia.
E sulle cime / delle Tue montagne / una Croce m’indica la via.
Il tepore di una balma / nelle notti di stelle mi scalda /come un incantato Presepe.
Il sole all’alba / rosso / sorge dalle creste
come un’Ostia Consacrata / che sale verso l’infinito / spinta da cento mani invisibili.
Mentre la osanna il vento / cantando tra gli abeti / e il ruscello sussurra una preghiera.
Il mio tempio è lassù… / tra i silenzi… / ai confini del cielo.

                                                                         

 

 

Ivaldo Guglielminetti

del C.A.I. di Biella, nato a Trecate il 17 marzo 1948 e deceduto alle Pale di S. Martino, Sentiero dei Cacciatori il 16 luglio 2006.

“Ricordatemi così”

Gli amici del C.A.I.