2001 – Fedeltà al primo Sabato di agosto

Sabato 4 agosto 2001

 

 

La meteorologia non promette bel tempo, tutta la notte è segnata da lampi e temporali, ma al mattino il tempo si apre e 150 alpinisti giungono alle celebrazione insieme al celebrante don Fausto Perrenchio di Fontainemore, ex allievo di don Vesco al Liceo di Valsalice ora docente alla Facoltà teologica Salesiana di Torino.

Quest’anno a Torino mentre si celebrano i 100 anni della nascita di Pier Giorgio Frassati (6 aprile 1901) scopriamo nel volume “Il cammino di Pier Giorgio” raccolto dalla sorella Luciana Frassati, edito Rizzoli, che nel settembre 1920 mentre la mamma Adelaide Ametis dipingeva a Cheneil-Valtournenche, Pier Giorgio insieme al coetaneo Louis Carrel, figlio della guida Jean Joseph saliva la parete est dello Chateau des Dames e la nord del Gran Tournalin; Pier Giorgio definì l’amico “espertissimo. conoscitore della montagna, agile e sicuro nella scalata delle rocce “; è una prima buona definizione di colui che per 50 anni sarà guida leggendaria e segnerà vie celeberrime al Cervino. Abbiamo chiesto al prof. Giovanni Zanetti che sta per pubblicare il libro “Luigi Carrel. Una vita per lAlpinismo , editore Musumeci­Aosta” di darci una definizione del personaggio, ha risposto: “E’ l’ultima grande guida dell’alpinismo romantico“. Noi siamo lieti di ricordare in lui uno dei primi sostenitori della progettata cappella Madonna dei Ghiacciai che fu inaugurata il 5 agosto 1967 da Mons. Luigi Bettazzi, Vescovo di Ivrea.

Giungono le Guide Alpine del S.A.G.F. di Riva Valdobbia, Maurizio Brentari e Paolo Della Francesca, insieme al maresciallo dei Carabinieri Alan Barcelli. L’Associazione Nazionale Alpini è rappresentata dal vessillo della Sezione Valsesiana retto da Donato Cerri, dal gagliardetto del gruppo di Gozzano, dal gagliardetto di Romagnano Sesia retto dall’alfiere Mario Pallone, dal gagliardetto di Omega retto da Maurizio Porrega. Sono presenti il presidente del C.A.I. di Varallo dott. Giorgio Salina e il cav. Agostino Negra. Ricordiamo i caduti Antonio Negroni di Valduggia e Alberto Vason di Arona. Facciamo memoria del beato Pier Giorgio Frassati e della guida Luigi Carrel di Valtournache nel centenario della loro nascita.

 

Vogliamo dedicare al giovane alpinista santo, Pier Giorgio Frassati, questa nostra ascensione nell’anno centenario della sua nascita (6/4/1901) e nascita della guida Luigi Carrel (12/1/1901) che a 19 anni si legarono in cordata, salirono con l’entusiasmo e la forza che possiamo immaginare, pregarono in vetta perché così usava Pier Giorgio, e cosi Luigi Carrel (“Noi abbiamo la nostra fede” rispose un giorno ad un cliente che aveva manifestato il suo stupore); poi si separarono e ognuno continuò la sua corsa da gigante: brevissima per Pier Giorgio (24 anni), lunga” (82 anni), provata e temprata ma sempre coerente ed esemplare per Carrel; ora dal cielo assistono alla nostra ascensione faticosa e gioiosa.

 

 

Louis Carrel, di Valtournenche (*1901 – 1983), coetaneo di Pier Giorgio Frassati e uno dei suoi primi compagni di cordata in roccia, autore delle più celebri vie al Cervino: la sud con E. Benedetti e M. Bich (1931), la est con A. Gaspard e E. Benedetti (1932), la direttissima del Furggen con Giacomo Chiara e Alfredo Perino (1941), la direttissima della parete ovest con C. Taddei (1947). Il prof Giovanni Zanetti, autore del volume Luigi Carrel. Una vita per l’alpinismo, così lo definisce: «L’ultima guida dell’alpinismo romantico; è stato un uomo di grande umanità, generosità e fede ... imprese al limite dell’eroismo e serena quotidianità si alternano; in qualche caso il suo prestigio induce a chiederne laccompagnamento per clienti di particolare importanza: famosa resta la richiesta della Real Casa per condurre la principessa del Piemonte, Maria Josè, sulla punta del Tzan e sul Monte Cervino, come di fatto avvenne nel 1941». Il 7 marzo 1967 presenziò, a Torino, alla presentazione del progetto di questa Cappella insieme al figlio Antonio e a Gino Barmasse, guide alpine.

 

 

All’omelia, il celebrante don Fausto Perrenchio, ci lascia questo pensiero rivolto alla memoria di don Aristide Vesco: «Ho scovato tra le mie vecchie carte, la lettera che don Vesco mi scrisse il 1° novembre 1959, in occasione della mia vestizione; un brano che ho riletto con gusto e credo che ci possa essere utile, dice: “E bello avere dei cari ricordi e ancor più bello il poterli condividere… Una gioia condivisa è sempre più grande; certi ricordi finiscono per diventare nella nostra vita punti fermi ancorati…; dobbiamo essere grati al Signore di concederci questi ricordi; sono nella nostra vita presente e futura il nostro piccolo faro, quasi una bussola e, più ancora, un segno della verità del nostro cammino, un pegno della nostra certezza e della nostra speranza anche, soprattutto, quando dovremo camminare nelle tenebre e forse anche entrare nell’agonia, quando saremo tentati di pensare che Dio ci ha abbandonati. “Rimanere fedeli ad alcuni ricordi raccolti nella nostra infanzia e nella nostra, giovinezza, questo è il segreto della felicità “, ha scritto Dostojevski.