1986 – Fedeltà al 5 agosto

Martedì 5 agosto 1986.

 

              Martedì 5 agosto 1986.

 

Dopo la notte di bufera, la giornata si è presentata assolutamente splendida per accogliere centinaia di alpinisti che sono saliti ad affidare alla Madonna dei Ghiacciai la memoria dei tredici Caduti del 1985: non abbiamo mai sentito così greve e sofferta questa Festa: quanto pianto sui volti, nelle parole e preghiere dei lettori, dei sacerdoti, nel canto corale… La celebrazione è avvenuta all’aperto, di fronte alla chiesetta; l’argento delle lamiere accoglie per la prima volta i colori delle sei bandiere che rappresentano la patria (Italia, più la Valle d’Aosta che ci ospita, Francia, Svizzera, Austria, Germania e Inghilterra) degli 83 Caduti raccolti nel prezioso volume conservato sotto la statuetta della Madonna.

Sulla grande bandiera Valdostana è collocato il Crocifisso dello scultore Luigi Meynet; sulla bandiera italiana è collocata la riproduzione su rame di Giovanni Malinverni della Madonna dei Ghiacciai di Macugnaga. Sopra di noi, a sinistra, bianchissima per la neve della notte, la parete sud-est del Lyskamm Orientale su cui il 17/09/85 furono travolti dal ghiaccio cinque giovani allievi-guide Valdostane insieme al loro istruttore e guida Roger Obert: la mamma Rosetta ed il papà Evaldo sono venuti in elicottero a rendere onore al loro figlio e a tutti i Caduti.

Sono presenti i salesiani don Albino Martini, don Giuseppe Capra, don Piero Grosso e don Edoardo Serra. La mamma di Elio Zanon legge la seconda lettura.

Sono presenti numerose guide alpine: Giorgio Germagnoli presidente nazionale
dell’associazione Guide Italiane; Oliviero Frachey presidente delle Guide Valdostane; Franco Garda di Courmayeur, direttore dei Corsi per Guide e responsabile del Soccorso Alpino Valdostano; di Valtournanche: Antonio Carrel, Luigi Pession, Pacifico Pession; di Ayas Adriano Favre; di Cogne: Alfredo Grappein, Elmo Glarey, Dante Bibois; di Gressoney: i fratelli Oreste e Arturo Squinobal; di Alagna: Enrico Chiara e Giampiero Viotti e rappresentanti del Soccorso Alpino Guardie di Finanza; di Valgrisenche: Remo e Bruno Béthaz (due cugini); è presente anche Stefano Grivel, sopravvissuto alla catastrofe del Lyskamm.

Offertorio: don Gian Carlo Gariglio, parroco di Gressoney La Trinitè,offre un grande pane scuro, un’offerta tradizionale Valdostana (insieme ad un cero) nella messa dei Defunti.

Concelebrano la santa Messa attorno a don Gian Carlo Gariglio, parroco di Gressoney La Trinitè, sul cui territorio sorge la cappella, i canonici della Cattedrale di Sant’Orso di Aosta, Giovanni Domaine e Alberto Maria Careggio, il parroco di Gressoney Saint Jean, don Riccardo Quey, i Salesiani don Albino De Martini, don Piero Grosso, don Franco Gribaudo, don Edoardo Serra e don Giuseppe Capra. Una fila continua, quasi una cordata unica sale da ore su per il ghiacciaio del Garstelet e viene ad affollare lo scoglio roccioso e a fare un grappolo vivo e vibrante attorno alla più piccola e più elevata cappella delle Alpi.

Il “Libro dei Caduti” presentato prima della lettura dei profili.

Il canto “Montagnes Valdotaines” crea l’atmosfera per questa fusione di cuori e di ideali. Segue il canto alla Vergine Santa che ha il ritornello: “Madre che tutto puoi prega per noi Gesù”: la nostra impotenza di uomini tante volte posti di fronte al fallimento che può diventare assurdo, disperazione, viene soccorsa da Colei che è stata sotto la Croce di GESÙ, l’UOMO più vero e più puro, che a trent’anni fu tolto di mezzo con la morte più crudele: là fu abilitata e diventò la MADRE di ogni dolore e disperazione.

                              Preparazione delle fiaccole
                             Distribuzione delle fiaccole.

L’offertorio della Messa è il grande momento in cui i Caduti vengono offerti simbolicamente sullo stesso altare che accoglie il pane e il vino per il sacrificio di
Cristo: tredici fiaccole sono state fuse in altrettante ciotole di terracotta che si presentano come tredici vistose lucerne: su di ognuna è scritto il nome di un caduto.
Papà Evaldo è il primo ad alzare la fiaccola di suo figlio Roger Obert, attorno sono stretti: la moglie e gli altri sei figli, Mario, Marco, Marin, Jean, Marie e Rénée; il sacerdote la riceve mentre risuona il profilo scritto nel libro dei Caduti di fianco alla fotografia, «I ragazzi erano contenti…»
La seconda fiaccola è papà Luigi e la moglie Melania per il figlio Ettore Grappein , l’unico figlio, mentre vengono lette le parole di un’amica che fu con lui sulla parete est del Gran Paradiso: «È meraviglioso…».

 

 

I coniugi Luigi e Melania Grappein di Cogne, presentano il quadro del loro figlio, Ettore, e degli altri 5 giovani Valdostani travolti il 17 settembre 1985 sulla parete sud-est del Lyskamm Orientale.

 

La terza fiaccola è tra le mani del papà Igino e mamma Irma di Corrado
Vuillermoz, il più giovane dei Caduti, appena diciottenne; lo salutano le parole
dei suoi amici coetanei: «Come dimenticare…».

   Il fratello Mauro presenta la fiaccola di Carlo Fiou

La quarta fiaccola è per Carlo Fiou, vent’anni, ed è recata dal fratello Mauro, giovane guida alpina (l’unico dei tre fratelli non rapito dalla montagna), presenti mamma Maria e papà Giuseppe, dice il profilo: «Viveva in pienezza…».
Ancora un papà in pianto: è Alessandro e la mogie Luigina con le figlie Silvana ed Elisabetta che offre la quinta fiaccola del suo Pier Giorgio Perucca, 23 anni, mentre risuona un’espressione di amore verso la montagna pronunciata un giorno dallo stesso Pier Giorgio: «Tu non puoi capire, mamma…».
Poi la sesta fiaccola la offre il fratello Bruno di Piero Béthaz, con la mamma Mariangela e il fratello Evaristo mentre viene proclamato in francese il saluto e preghiera composta dallo stesso Bruno:

La settima fiaccola è per Renato Sclarandi, avvocato Milanese di 39 anni, caduto in alta Val Sesia, presentata dall’amico Guido Fuselli: «Ora lassù…»: così Mamma e Papà si sono espressi.

L’ottava fiaccola è di Renato Mamini, magistrato Torinese di 42 anni, è recata dall’amico dr. Arese che ha raccolto parole di Renato stesso: «Fin da bambino la montagna mi ha attratto…».

Mamma e papà di Ermanno Susa presentano la fiaccola.

Con trepida delicatezza, quasi avessero ancora tra le mani la vita del loro unico figlio, avanzano e portano la decima fiaccola la mamma Maria e il papà Angelo di Ermanno Susa, 27 anni, che hanno anche composto le parole della dedica: «Prendi il tuo zaino, Ermanno…».

L’undicesima fiaccola di Roberto Campagnoli è portata dal fratello Fabrizio e quella di Ivano Caravaggi dall’amico Nadìr: sono morti insieme legati alla stessa corda al Monte Tagliaferro e li unisce ancora un’unica dedica: «La solidarietà è una corda …».
La dodicesima fiaccola è per Pier Carlo Bertolone, 34 anni, dottore in
agraria, è presentata dal fratello Camillo; i familiari hanno steso questo
profilo: «La vita lo temprò presto…».
Già dodici lampade sono allineate sull’altare, ognuna reca ben evidente il nome
dell’alpinista per cui arde, avanza una bimba, Neva (11 anni), sostenuta dallo zio
Bruno, presenta la tredicesima fiaccola, che è del suo papà Gino Capra, 42 anni, caduto alla Parrot: «Stare insieme a lui…».

                        Tratto dal “Libro dei Visitatori”

Ora le fiaccole sono sull’altare, trasformato quasi in un’unica torcia vivente, palpitante, luminosa: sono le vite, gli ideali di questi tredici “fratelli” che il Monte Rosa ha legato per sempre e che ora il Cristo, col suo sacrificio, assume ed esalta e glorifica. Il sacerdote don Gariglio offre anche un pane grande, scuro, secondo una tradizione Valdostana legata alla Messa dei Defunti: significa la fraternità di coloro che mangiano un unico pane, dono della Provvidenza e frutto di un lavoro arduo, perseverante, gioioso. Alla Comunione cantiamo: “Quando busserò alla tua porta…”.

                                Tratto dal “Libro dei Visitatori”.

Ci salutiamo col canto Valdostano “La coral des adieux”: esprime la speranza che non ci lasceremo più, che ci rivedremo ancora, che questa amicizia contratta sul Monte Rosa, davanti alla Madonna dei Ghiacciai, tra noi e con i nostri Caduti,
sarà un’amicizia eterna. Discendiamo come un rivo che va a perdersi lontano, a
portare la vita che in alto scaturisce e che fresca ha raccolto.

                                Tratto dal “Libro dei Visitatori”.

L’8 settembre 1986 al rifugio Città di Mantova (3498 mt.) viene inaugurato un
piccolo cippo bronzeo per ricordare la guida Roger Obert e i cinque giovani allievi guide che qui passarono l’ultima notte; concelebro con il parroco di Gressoney La Trinité, don Gian Carlo Gariglio. Sono presenti i famigliari dei caduti già elencati nella celebrazione del 5 agosto e numerosissime guide ed amici.

Altre iniziative sorgeranno in seguito per ricordare alcuni di questi giovani:
– nel 1987 viene inaugurato al ghiacciaio della Tribolazione (3187 mt.) il bivacco
Ettore Grappein e Marcello Gerard vicino al bivacco Carlo Pol;
nel 1988 a Valgrisenche viene aperta una ferrata dedicata a Piero Béthaz e Corrado Bovard;
– nel 1994 nell’alta conca di Cignana, tra il Château des Dames e Punta Cian, a quota 2924 mt. viene inaugurato il rifugio Pier Giorgio Perucca e Corrado Vuillermoz.