Lettera di Natale 2023

Carissimi amici della Cappellina della Madonna dei ghiacciai,

vi raggiungo in occasione della festività del Natale condividendo il ricordo della S. Messa che abbiamo celebrato il 5 agosto. La coincidenza con la festa liturgica della Madonna della Neve non ha permesso a varie persone di poter salire poiché, giustamente, hanno celebrato questa ricorrenza nei rispettivi santuari delle montagne di casa. Noi ci siamo uniti spiritualmente a tutti loro. La presenza di Maria sulle nostre montagne, attraverso cappelle, santuari, è il segno di una fede popolare semplice, ma solida, come la roccia dei monti.

Ringraziamo il Signore per la bella giornata che ci ha concesso anche se il forte vento ci ha obbligato a celebrare la S. Messa non davanti alla Cappellina, ma sul terrazzo esterno del Rifugio Gnifetti.

A presiedere l’Eucarestia don Ugo Casalegno, parroco dei due Gressoney, e come concelebranti il sottoscritto e don Ezio Caretti, parroco di Borgosesia fino a 2021 e tuttora collaboratore parrocchiale a Borgomanero. Un grazie di cuore per il loro legame con questa iniziativa che hanno dimostrato volendo salire ancora quest’anno con il loro, non indifferente, bagaglio di anni da portare: don Ugo, 82, don Ezio 79, e gli inevitabili acciacchi legati all’età. La Provvidenza ha premiato la loro fatica e tenacia con un viaggio di ritorno in elicottero.
Un ringraziamento a tutti coloro che erano presenti e a coloro che si sono uniti a noi spiritualmente.

Un grazie particolare a Susanna Zaninetti, presidente Cai Varallo, ai rappresentanti del Soccorso alpino, del gruppo ANA di Biella, del Cammino della Luce di Pray e alcuni dei parenti dei defunti di cui abbiamo celebrato l’anniversario.
Un grazie anche alla famiglia Michela che anche quest’anno si è resa disponibile ad animare la S. Messa con il canto ed ha anche accompagnato alcuni amici svizzeri alla celebrazione.
Mi scuso per chi posso aver dimenticato nello scritto, ma vi assicuro che vi porto nel cuore.


Nella S. Messa abbiamo ricordato:
FRANCO BERNARDI, 69 anni, precipitato sul Rocciamelone il 1 agosto 2022 al termine della S. Messa, presieduta da Mons. Derio Olivero, vescovo di Pinerolo, in occasione della festa della vetta.
PAOLA GALLO BALMA, 41 anni, fotografa professionista, precipitata il 3 settembre 2022 nella zona del Corno Bussola in Valle d’Ayas.
28ENNE FRANCESE, precipitato per un centinaio di metri, il 16 ottobre 2022, dalla Testa Grigia sul versante di Gressoney.
Nel 10° anniversario

MAGGIONI RINO
STROLA SILVIA
GRIFFA GIANLUIGI
MINORETTI AMABILE MARIA
PIERI MARIA TERESA
CORNIATI VALTER
BELLOTTI ALDO
CARMAGNOLA-VIETTI ROBERTO
BERGAMINI ALDO
CONTI MARIANNA
FRISA LAURA

Nessuno dei parenti dei defunti di quest’anno ha potuto essere presente, ma tutti mi hanno assicurato di unirsi spiritualmente alla celebrazione. Una gradita sorpresa è stata quella di incontrare, una volta scesi a Staffal, Chiara, la figlia di Franco Bernardi, con il rispettivo marito: ho potuto così consegnare direttamente a loro la fiaccola ricordo del papà.
Al termine della celebrazione c’è stato il saluto del presidente del CAI Varallo Susanna Z. che ha fatto gli onori di casa portando il suo saluto e quello di tutta la sezione.
Come anticipato nella locandina di giugno quest’anno abbiamo sostituito la porta d’ingresso in legno che ormai stava cedendo e il cui legno era ormai usurato dal tempo. Immagino fosse la porta originaria dell’inaugurazione e quindi ha resistito per ben 56 anni. La nuova porta è opera dei falegnami, ragazzi e docenti, dell’Istituto Professionale Salesiano di Chatillon a cui va il nostro grazie. I lavori di sostituzione della porta sono avvenuti il 26 luglio con l’aiuto prezioso di Felicino Philippot, insegnante di falegnameria, Piergiorgio Montarolo, ragazzo costruttore della Cappellina, Massimo Configliacco, amico e fotografo, ed il sottoscritto.

Un ringraziamento doveroso a Giuliano ed Erika , del rifugio Gnifetti per l’accoglienza sempre dimostrata e la grande generosità nel metterci a disposizione il necessario per il lavoro. Non ultimo un ringraziamento a Joris Turini, Presidente delle guide di Gressoney, che ha trasportato gratuitamente la porta e le attrezzature in elicottero, andata e ritorno. Ancora una volta ho sperimentato la mano della Provvidenza attraverso queste persone e la loro generosità. Il costo finale della porta che è stato di 690,00 €, che è relativo al puro materiale utilizzato (chi volesse contribuire alle spese può farlo utilizzando il seguente IBAN: IT82I0335967684510300189179; causale Porta Cappellina MdG).

Il Natale è una di quelle feste che “respiriamo” di più grazie all’atmosfera che ci circonda: addobbi, dolci, regali da fare e da ricevere ecc… La PdD ci accompagna a festeggiare al meglio la nascita di Gesù suggerendoci gli atteggiamenti giusti per vivere al meglio questa festa da credenti perché la nascita di Gesù non si riduca ad una festa puramente materiale, ad un evento economico.
Tra questi atteggiamenti quello che più respiriamo è sicuramente la gioia della festa.
Natale è tutto sotto il segno della gioia: «Vi annuncio una grande gioia» canta l’angelo; «oggi
vi è nato un salvatore» (Le 2,18). Dunque «il mondo ha diritto di accorgersi che con il Natale del Signore la gioia è entrata nel mondo» (Primo Mazzolari).
Però sovente siamo un popolo di non ridenti: popolo di musi lunghi, facce di traverso.
Cosa ci toglie la gioia? Ve lo dico con un racconto:

“Nell’Estremo Oriente, in India, c’era un tale che aveva un grosso problema: non sopportava più sua moglie. Il dio Vishnu gli promise di esaudire tre e solo tre sue suppliche. L’orante chiese innanzitutto di essere liberato dalla moglie petulante che subito morì. Arriva il giorno del funerale e sente i commenti della gente: lodavano la moglie: “Era gentile, premurosa, voleva bene a suo marito, aiutava tutti ecc….” Allora pensa: “Ma forse non aveva solo difetti, e poi non è detto che quella che sposerò sia migliore di questa. Questa almeno la conoscevo…” Ben presto quell’uomo comprese la follia di questa richiesta. Implorò, allora, Vishnu di riportarla in vita e così avvenne. Gli rimaneva ormai una sola possibilità di domanda prova a pensare a cosa chiedere: “Potrei chiedere i soldi, con i soldi si fanno tante cose”. Ma gli amici gli dicono: “Se hai i soldi, ma non hai la salute… Se hai la salute, ma non hai l’amore…” Chi gli consiglia l’immortalità… chi un’altra cosa. Intanto il tempo passa… non si decide e poi non c’è nessun desiderio che lo soddisfi in pieno. (noi cosa avremmo chiesto?) Allora, non sapendo decidersi, chiese al dio di suggerirgli la cosa giusta. E Vishnu rispose: «Prega di essere felice di ciò che la vita ti porterà».

Siamo incontentabili. È qui che ha la sua radice l’insoddisfazione, l’infelicità, la tristezza. Ecco, allora, un equilibrio da conquistare: cercare con tutte le proprie energie la felicità, la gioia ma essere anche felici di ciò che si ha e di ciò che la vita offre.
Non viviamo il presente: siamo a scuola, a casa, al lavoro, a volte anche con gli amici, ma vorremmo essere altrove. Pensiamo a quante persone vivono “altrove”, si rifugiano in una “realtà virtuale” (social…) ecc… Hanno chiesto a M. Teresa: “Qual è il giorno più bello?” lei ha risposto: “Oggi.” Dopotutto: “Il tempo ideale è quello reale.”
Ci portiamo dentro pensieri, sentimenti di: rancore, rabbia, invidia, gelosia, sensi di colpa, mediocrità, falsità, egoismo…. Tutto ciò ci toglie la serenità e la gioia.

Come nasce la gioia?
La gioia è uno dei frutti dello Spirito allora bisogna cominciare da lì, da dentro, ripulire la mente e lo spirito da tutti i pensieri negativi, umilianti e cattivi. In questo ci aiuta il perdono, ricevere il perdono fa nascere la gioia e la serenità. D. Bosco diceva: “Chi ha la pace della coscienza ho tutto!”
Chi ha occhi nuovi, limpidi, trasparenti guarda la realtà in modo positivo e allora riesce a vivere il presente come il tempo ideale per crescere, non fugge dalla realtà o nella realtà virtuale. E inoltre non perde tempo: “Chi perde tempo deruba se stesso”.
Condividere: la gioia è un sentimento che cresce, si moltiplica e contagia quando si è uniti.
Altruismo: la gioia dell’altro diventa la mia gioia, far contenti gli altri mi rende contento.
La gioia è una delle più profonde esigenze umane. La felicità non è un optional per nessuno: chi non si, diverte a vivere, ha sbagliato a nascere. La gioia ci migliora, la tristezza ci peggiora. La tristezza è sempre sterile.
La gioia si è incarnata nella figura di don Bosco: i Salesiani dicevano che quando aveva più fastidi era più allegro. “Niente ti turbi” diceva spesso. “Bisogna fare con gioia e serenamente quanto facciamo: è il vero modo di fare il bene e di farlo bene.” (S. Francesco di Sales)
“La gioia, dopo l’amore, è la creatura più bella uscita dalle mani di Dio”. (D. Bosco)
È anche la più fragile, la più facile da perdere. Va difesa con tutte le nostre forze!


Per d. Bosco la gioia è frutto dell’abbandono in Dio: “Vivi sereno e sicuro come il passero che ha le ali per volare e non ha paura del ramo che si spezza”.
La gioia del Natale nasce da una notizia: “…vi annuncio una grande gioia: oggi, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore.” La gioia si è incarnata in una persona: Gesù.
Gesù, si è fatto uomo e aveva mille motivi per lamentarsi: figlio di una ragazza-madre, padre falegname, emigrante-profugo in Egitto a meno di un anno. Ha affrontato tutte le disgrazie umane con la forza vincente di Dio (abbandono di tutti, il processo, la condanna, la croce, le ripetute cadute, la derisione e la commiserazione di tutti, le torture, e la morte denudato della stessa dignità, le sepoltura). Nonostante tutto ciò non ha mai perso la fiducia in suo Padre che lo ha risuscitato.
Concludo con un passo del discorso di Papa Giovanni Paolo II ai giovani (ma va bene anche per noi adulti) alla GMG di Roma nel 2000, durante la veglia notturna:
“In realtà, è Gesù che cercate quando sognate la felicità; è Lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che trovate; è Lui la bellezza che tanto vi attrae; è Lui che vi provoca con quella sete di radicalità che non vi permette di adattarvi al compromesso; è Lui che vi spinge a deporre le maschere che rendono falsa la vita; è Lui che vi legge nel cuore le decisioni più vere che altri vorrebbero soffocare. E’ Gesù che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di grande, la volontà di seguire un ideale, il rifiuto di lasciarvi inghiottire dalla mediocrità, il coraggio di impegnarvi con umiltà e perseveranza per migliorare voi stessi e la società, rendendola più umana e fraterna.”

Viviamo il Natale con speranza, fiducia ed allegria, in serenità ed armonia, ma soprattutto facendo diventare queste virtù ed atteggiamenti parte della nostra vita.

SANTO NATALE

E SERENO ANNO NUOVO

Con stima ed affetto 

Natale-MdG