2006 – Fedeltà al primo sabato di agosto

Sabato 5 agosto 2006

 

 

Erano presenti figure significative: Il (neo) Senatore Michele Davico di Bra, fin da ragazzo affezionato alla Cappella e al Monte Rosa, che ha offerto una targa commemorativa del Senato della Repubblica da apporre vicino alla statua della Madonna, anche come riconoscimento, da parte della nostra patria, al merito di don Vesco, esimio educatore e scrittore; del C.A.I. era presente il Vice Presidente di Varallo Roberto Cairo e l’istruttore Luciano Donato della  Scuola  d’Alpinismo  di Varallo; di Alagna, le Guide Alpine: il cav. Enrico Chiara (87 anni) e Gian Piero Viotti; assente per la prima volta il cav. Agostino Negra, ricostruttore di Capanna Gnifetti e Margherita, ma è presente la figlia Wilma col marito Orlando ed il loro figlio Andrea sedicenne; di Ayas Champoluc le guide Mauro Cout e Stefano Percino; di Gressoney le guide alpine Bruno Welf e Paolo Comune; del Soccorso Alpino: in rappresentanza l’ottava delegazione di Valsesia – Valsessera; di Varallo Dario Baggini; di Macugnaga Walter Berardi, Marco Martin, Eugenio Morandi e Fausto Lanti;  della Guardia di Finanza Soccorso Alpino di Rivavaldobbia Rolando Sperandio, Paolo Dallavalentina e Fabio Loss; il Gestore del Rifugio Gnifetti Piero Gilodi. Dei ragazzi costruttori: Beppe Bordone e Mario Michela con la moglie Gabriella.

L’animazione dei canti è ancora affidata a cantori di “Cori Biellesi”. A presiedere la celebrazione  quest’anno è stato don Giovanni Mazzali del Consiglio Generale della Congregazione Salesiana, concelebrante don Paolo Cicconi di Vigevano.

Le fiaccole sono legate ai nomi di: Beppe Tonello, 70 anni di Cuneo; della dottoressa Paola Bianchi, 39 anni di Varese; di Massimiliano Lana, 28 anni, socio del C.A.I. di Varallo, volontario del Soccorso Alpino Valsesiano; di Gabriele Gioacchini, 23 anni di Scopello, deceduto per un gesto generoso il 15-12-2005 in Argentina nel Rio Mendoza; di Alex Mancin, 29 anni di Novara; della guida Paolo Obert, 40 anni di Antagnod-Ayas, era vicepresidente della Società guide di Champoluc-Ayas, direttore della stazione di Soccorso di Champoluc-Ayas; di Antonio Lenzi, 52 anni di Macugnaga,  membro del Soccorso Alpino Unità Cinofile; di Simone Ronco, 17 anni di Issime, colpito dal fulmine nel vallone di S. Grato il 10 luglio 2005; e di don Aristide Vesco nel 40° anno della morte.

Parete frontale della Cappella: guardando, a sinistra la Madonnina dei Ghiacciai, già dono a Capanna Gnifetti del Card. G.B. Montini divenuto poi Papa Paolo VI°. A destra la preghiera riprodotta sulle cartoline. Dall’altra parte la Madonna del Rocciamelone (Gemellaggio del 1999). Sotto, i due compatroni degli alpinisti: S. Bernardo di Aosta e Pier Giorgio Frassati. In orizzontale una grande stella alpina fatta col rame che rivestiva l’antica Capanna Margherita (opera di Giovanni Borgini). Sotto il volume “ai Caduti del Monte Rosa”, a fianco il cero. Al centro della parete il “Logo” dell’Anno Santo 2000 scolpito dal cav. Agostino Negra. Sopra il bronzo del Cristo delle Vette per il 50° della statua (già opera di Tacconet). Il crocifisso di Luigi Meynet è appeso al terzo travetto sopra l’altare. A sinistra l’artistica incisione di don Bosco su legno, fatto al pirografo da suor A. Maria Griffa, con l’augurio simil autografo del santo: «La Santa Vergine ci benedica e ci aiuti a camminare per la via del Cielo».  Attorno al don Bosco una corona del S. Rosario.

 

Celebrazione del 5 agosto 2006; all’altare don Mazzali e don Ciccotti
L’Onorevole Davico offre la targa del Senato della Repubblica.

 

    L’assemblea del 5 agosto 2006 attorno alla Cappella
Vincenzo Caldesi legge il profilo di Paola Bianchi

Don Mazzali ricorda così l’emozionante giornata del sabato 5 agosto: «Ho invitato tutti,specie coloro che sono venuti con “la ferita” ancora aperta per la prematura dipartita dei loro cari, a lasciarsi prendere dalla carica spirituale della montagna, impervia e meravigliosa al contempo, per sentire più vicina, più sperimentabile la presenza di Dio che è amore. Una parola di conforto, di elevazione e di proiezione verso le mete infinite di una vita che continua nel Cristo Risorto. Ho sentito molta partecipazione, uno stringersi fisico di tutti attorno all’altare del sacrificio di Gesù, sotto lo sguardo materno di Maria, la Madonna dei Ghiacciai, mentre la neve gelida avvolgeva persone e cose. Sono stato edificato dalla presenza di tante persone, in una giornata non certo ideale, dal punto di vista del clima. Ho percepito la fede e l’emozione di chi è venuto, forse anche con grande fatica,a ricordare e pregare».

 

Carlo Mancin legge il profilo del figlio Alex.
Paola Battistin legge il profilo del marito Paolo Obert.
Maurizio Rial legge il profilo dell’amico Simone Ronco.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dott.ssa Paola Bianchi, 39 anni di Varese morta il 7 marzo 2005 presso il Passo dei Salati. Ed ecco il profilo tracciato dal padre Silvio: «Mia figlia Paola è stata grande in tutte le attività che ha effettuate nella sua breve ma intensa vita. Laureata in Medicina e Chirurgia, specialista in Odontostomatologia con il massimo dei voti, esercitava la sua professione con grande passione ottenendo successo professionale e stima presso tutti i suoi pazienti e amici. Aveva grande amore per la montagna e appena la sua professione le concedeva un po’ di tempo, andava nella sua casa di Gressoney dove organizzava trekking o sciate sul Monte Rosa con i suoi amici. Ha girato tutto il mondo accompagnandomi spesso nelle spedizioni di caccia in Alaska, Canada, Yukon dimostrando un enorme coraggio e un grande senso di avventura in mezzo a pericoli di ogni tipo. Bravissima sugli sci, si stava allenando con scrupolosa dedizione per fare il Canale Marinelli e il suo sogno più grande era di entrare nella ristretta cerchia delle grandi sciatrici di “estremo”. Incantava tutti gli amici, raccontando le sue scalate sulle pareti e sulle cascate di ghiaccio di Cogne, trasmettendo a tutti e soprattutto alla sua amica Claudia Giordani il suo amore per la montagna. Paola ha lasciato a tutti quelli che la conoscevano e soprattutto a me un vuoto impossibile da colmare……          Ciao Paola…..  Il tuo Papà che non ti dimenticherà mai…….».

 

Massimiliano Lana 28 anni, socio del C.A.I.di Varallo, volontario del Soccorso Alpino Valsesiano, istruttore regionale di sci-alpinismo, morto l’8 gennaio 2006 sulle montagne di Briançon. Partecipò a gestione di Capanna Gnifetti. Di lui ricordiamo ancora: grandi occhi azzurri ed il sorriso contagioso, era il ritratto della gioia di vivere. Amò le montagne del mondo e i poveri delle loro valli. I genitori Bruno e Gabriella dicono: «Massimiliano ci ha regalato, in 28 anni, sempre cose positive, difficili da dimenticare… Il suo ricordo bellissimo ci darà sempre la forza di continuare a vivere come lui voleva: con il sorriso sulle labbra». Nel funerale a Valduggia don Carlo Elgo così lo presentò: «La sua vita dev’essere d’esempio per tutti… Anche se il suo percorso su questa terra è stato breve, dobbiamo ringraziarlo per quanto ci ha dato e ci ha insegnato. Il suo spirito rimarrà, soprattutto in voi giovani che lo avete amato. Ora che hai raggiunto la vetta più bella, Massimiliano, rivolgi uno sguardo, in particolare verso i tuoi genitori, a tutti gli amici, a tutta la nostra comunità e a tutti noi che siamo in cammino».

 

Gabriele Gioacchini, 23 anni di Scopello, deceduto per un gesto generoso il 15-12-2005 in Argentina nel Rio Mendoza, mentre portava in salvo quattro turisti caduti dal gommone col quale stavano praticando il “rafting”. Amò lo sport: praticò ciclismo, superò l’esame di aspirante guida fluviale, fu aiuto gestore di Capanna Gnifetti.

Diceva: «Con lo sport imparo ad affrontare la fatica, aiuta la mia mente, se riesco in queste cose non mi fanno paura le difficoltà che posso incontrare nella vita e poi sono… libero». I genitori, Cristina e Romano così ci scrivono: «Il dolore è ancora forte, ma il pensiero di poterlo rivedere un giorno e di saperlo verso quella immensa luce, ci conforta un po’».

 

Alex Mancin 29 anni di Novara, deceduto il 15-1-2006 sciando a Cimalegna. I genitori Carlo e Chiara ed il fratello Nicholas ce lo descrivono così: «Amante della montagna e dei valori della vita, dedicava ogni suo attimo di tempo libero allo sport e alla natura. Ha fatto il militare negli Alpini; da lì nasce la sua passione per la montagna e lo sport in generale.»

Ecco il profilo scelto dalla fidanzata Sabrina: «Amava la montagna: l’importante era essere su quelle vette dove diceva di trovare la pace e la serenità. Sperava che il Paradiso fosse come la montagna e noi tutti ci auguriamo, per la sua felicità, che sia davvero così».

 

Antonio Lenzi, 52 anni di Macugnaga,  membro del Soccorso Alpino Unità Cinofile morto improvvisamente l’11 dicembre 2005, lascia la moglie Daniela e la figlia Martina e tutti i suoi cari. Così lo ricorda la moglie Daniela: «Ci hai lasciato in un tardo pomeriggio di dicembre ai piedi di un grosso larice, nel bosco vicino a casa che tanto amavi e con questo ti vogliamo ricordare, a caccia con i tuoi amici, a funghi con la figlia, impegnato con il tuo cane da valanga Rolf, assieme ai tuoi compagni cinofili e tutti i componenti delSoccorso Alpino di Borgosesia ed i ragazzi del S.A.G.F.».

 

Paolo Obert, 40 anni di Antagnod, la guida alpina che ha perso la vita in un incidente avvenuto il 17-8-2005 sul Monte Bianco. Obert era vicepresidente della Società guide di Champoluc-Ayas, direttore della stazione di Soccorso di Champoluc-Ayas, turnista per il Soccorso alla Protezione Civile di Aosta, consigliere dell’Uvgam (Unione Valdostana guide di alta montagna), direttore di pista nella stagione invernale per la “Monterosaski” a Champoluc. Aveva partecipato con Adriano Favre (attuale capo Soccorso Alpino) a tre spedizioni in Himalaya, conquistando ben due Ottomila, il Manaslu (8156 mt.) nel 1997 e il Shisha Pangma (8013 my.) nel 1999. Infine, nel 2000 aveva scalato lo Huascaran nella Cordillera Blanca sulle Ande Peruviane.

La moglie Paola Battistin ci lascia questo ricordo: «La montagna cha hai tanto amato, in un limpido mattino di agosto, ti ha strappato troppo presto all’affetto di chi ha avuto la fortuna e la gioia di incontrarti. La lealtà, la sincerità e l’amore hanno contraddistinto tutta la tua vita, gli affetti ed il lavoro e sei stato uno stupendo esempio di ciò che è un padre, un marito, un amico, una guida, un grande uomo. In ogni vetta, all’alba e al tramonto, sui tuoi ghiacciai assaporiamo la tua presenza, il tuo amore per la vita, per i tuoi cari, per il piccolo Marco. Ed è proprio in lui, nei suoi grandi occhi, che ti vediamo in mezzo a noi. Continua ad illuminare il nostro cammino».

zp8497586rq
zp8497586rq