1981 - Fedeltà al 5 agosto

Mercoledì 5 agosto 1981

 

Quest’anno abbiamo avuto il dispiacere di trovare sfondato il lucchetto e il portoncino di ferro della Cappellina ed è stato asportato il “Cantico di S. Francesco”: i fratelli Davico di Bra prepareranno una soluzione più sicura per settembre. Sono salito alla Madonnina con la cugina Modestina Merlo, una coppia di Rostesi e con la salesiana suor Cesarina Giacomelli, di origine Valtellinese, dai forti sentimenti montanari; ci ritroviamo in circa 150 pellegrini alpinisti.

5 agosto 1981 - Gruppo di salesiani partecipanti alla festa; in piedi: 2° da sinistra don Giuseppe Terzuolo, don Aldo Bombara, don Ubaldo Gianetto; a terra: don Ambrogio Garegnani, Ottavio Davico, don Nino Rossi

Molti sono saliti da Gressoney, tra cui i salesiani Ottavio Davico e Giuseppe Mattio. Hanno concelebrato don Pietro Rota, don Nino Rosso, i fratelli don Serafino e don Gino Chiesa, don Livio Recluta, don Ambrogio Garegnani, don Nino Rossi, don Aldo Bombara, don Giuseppe Terzuolo, don Ubaldo Gianetto, i parroci di Alagna e di Gressoney; un sacerdote di Varallo nell’omelia, con parole belle e delicate ha questa espressione: «...Maria è anche il più bel dono che la terra faccia al Cielo…»; sono presenti tre suore Figlie di Maria Ausiliatrice. Erano presenti il Presidente del C.A.I. di Varallo Guido Fuselli più numerosi altri membri.
Ricordiamo i Caduti del 1980: Roberto Bossi di Milano, caduto il 6 agosto 1980 alla Bettaforca e il francese Franz Chuillet nato a Niort, caduto il 18 maggio 1980 sull'Indren.

Martedì 8 e mercoledì 9 settembre Cesare Davico di Bra più i due figli Michelino, Marcellino e il loro amico Beppe giungono alla Cappella con 5 quintali di materiale per riparare la porta di ferro ed il muro a ovest. Il passaggio sulle funivie è stato donato dall’ing. Rolandi, il materiale è stato portato a spalle fino alla teleferica, azionata dall’alto dai sigg. Chiara. È stato fatto un intervento di rafforzamento del telaio di ferro con bulloni passanti, saldate due asole per ricevere il lucchetto. Per il 1982 vorremmo rimettere più solidamente il “Cantico di S. Francesco”.


1980 - Fedeltà al 5 agosto

Martedì 5 agosto 1980

 

Leggiamo dal libro dei visitatori una fitta presenza di partecipanti tra cui Giuseppe Tosi e rappresentanti del C.A.I. di Varallo, dieci giovani del Centro Giovanile Salesiano “Don Mario Caustico” di Leumann di Torino, da Bra Michele e Marcellino Davico con il loro zio salesiano Ottavio Davico, don Pietro Rota dall’Oratorio di Torino Crocetta con un gruppo di undici giovani, don Loris Cortemilia di Gallarate, Dante Poletti di Borgomanero ed Elena Zanetta, don Maurizio Canti di Solaro (MI).

 

 

Ricordiamo il caduto Vittorio Scandella (Scandelù), nato il 06/05/1945 a Clusone, caduto il 13/05/1979 sul Ghiacciaio del Lys (Monte Rosa).

Componente della Squadra Soccorso Alpino del C.A.I. di Clusone.

"Si era sempre prodigato fino all'estremo limite delle umane possibilità per la salvezza del prossimo."

 

 

 

Quest’anno parliamo in particolare, naturalmente, della rinnovata Capanna Margherita che in questi ultimi tre anni è stata totalmente rielaborata e che sarà inaugurata il prossimo 30 agosto.
Il C.A.I. di Varallo mi ha invitato e sono salito il 30 agosto accompagnato da mio nipote Antonio Ravera. Si attendevano i Vescovi delle Diocesi qui confinanti per la celebrazione, ma il tempo non è propizio al volo degli elicotteri e perciò celebro con altri 5 sacerdoti alpinisti e don G. Borgo. Nel pomeriggio giungerà in elicottero il Vescovo di Strasburgo, mons. Arthur Helchinger; anche le autorità civili invitate non sono arrivate in tempo per le medesime difficoltà alla navigazione aerea.

Padre Giovanni Gallino ha espresso la fatica dell’escursione in quella giornata di tormenta e la gioia della celebrazione della S. Messa in un articolo apparso sul giornale “La Provincia” del 20 settembre 1980; ne riportiamo il finale: «Quando siamo entrati in Capanna, qualcuno gridò: “I sacerdoti ci sono!” ed a noi parve, in quel momento, che la S. Messa celebrata lassù, determinasse il momento essenziale dell’inaugurazione della nuova Capanna Margherita. I sacerdoti si sentivano ora ministri responsabili della presenza di Cristo tra gli alpinisti, che lo invocavano perché scendesse tra di loro, benedicente. Ed i piccoli uomini, scelti tra altri uomini, scordate le pene di una fatica tanto grave, scordati i pensieri che li avevano accompagnati, essi uomini tra uomini nella lotta con le avversità atmosferiche, guardavano solo più all’eccellenza del loro ministero ed alla dignità del loro impegno. Giunsero altri due padri Dottrinari, due padri Salesiani. Iniziò la celebrazione della S. Messa. Qualcuno tra la gente piangeva, verso la fine del sacro rito scoppiò in lacrime don Carlo. “Perché piangi?”. “Non so!”. “Perché piangete?”. “Non sappiamo!”. Noi non piangemmo, ma quanta fatica per trattenere le lacrime! Al momento della pace tutti ci abbracciammo come uomini che si sono ritrovati dopo essersi ricercati per tanto tempo. Forse la voce soave dei monti, in quel giorno di tempesta, ci raggiunse qui, quando gli uomini hanno avvertito che, lontani dal mondo pregno di egoismo e di cattiveria, una capanna sui monti può costituire un’oasi di pace».

 

La celebrazione della S. Messa con 6 sacerdoti alpinisti; da sinistra: p. Alessandro Mazzucco (*1921 †  1992), p. Giovanni Gallino dei padri Dottrinari (* 1921 † 1986), don Giuseppe Borgogno salesiano (* 1921 † 2003), don Carlo Elgo parroco di Alagna (classe 1933), don Giuseppe Capra salesiano (classe 1933)  e p. Gian Mario Radaelli dei padri Dottrinari (oggi febbraio 2012 direttore dei padri Dottrinari).


 

Al centro della foto qui sopra è Riccardo Cassin di Lecco, patriarca dell'alpinismo italiano, che morirà centenario il 7 agosto 2009. Ai suoi funerali il Presidente Generale del Club Alpino Italiano, Annibale Salsa, lo saluterà così:

Riccardo Cassin

«Caro Riccardo,
in qualità di Presidente Generale e di Amico desidero porgerTi l'ultimo saluto ed il ringraziamento dei Soci del Club Alpino Italiano e mio personale per quanto hai fatto al servizio dell'Alpinismo italiano. L’anno 2009 Ti ha fatto raggiungere due grandi vette: quella gloriosa del centesimo comple­anno e quella triste del congedo dalla vita, Non potevi più degnamente far parlare di Te! Ho avuto anche la fortuna di prendere parte attiva alle cele­brazioni del Tuo centenario ed ho avuto la grande occasione di condividere un po' del mio tempo con un grande uomo. Il Tuo messaggio agli alpinisti di tutto il mondo è, un messaggio di Umanità prima ancora che di eccellenza tecnica, È esattamente ciò di cui ha bisogno l'ambiente alpinistico, soprattutto giovanile: ricordare che i valori umani superano e fondano quelli tecnici».

 

 

 

 

Don Elgo benedice la biblioteca

 

Leggiamo in un comunicato stampa del 1980: «Alla fine del 1976, la Sede Centrale del Club Alpino Italiano sulla proposta dell’ing. Giacomo Priotto, Presidente della Commissione Nazionale Rifugi e del Vice-Segretario Generale, ing. Tiraboschi, decideva di varare il progetto per la “nuova” Margherita, affidandone la realizzazione alla Commissione Rifugi della Sezione C.A.I. di Varallo Sesia, che, praticamente da sempre, cura la gestione. Forte dell’esperienza accumulata negli anni e culminata con la realizzazione dell’imponente Capanna Gnifetti (1976), uno dei più moderni rifugi dell’arco alpino, la Sezione del "Club Artigiani Valsesiani", capeggiati dai fratelli Agostino e Aldo Negra.  I 500 metri cubi del vecchio fabbricato sono diventati 1000, razionalmente distribuiti su tre piani, con una superficie utile vicina ai 450 metri quadrati. La nuova Capanna Margherita è costruita interamente in legno, come la precedente, ed è rivestita completamente da lamiere di rame».

 

La biblioteca

La biblioteca di Capanna-Osservatorio Regina Margherita a 4554 m sul Monte Rosa è la biblioteca più alta d’Europa. Voluta espressamente per aiutare gli alpinisti che  si accingono a trascorrere una o più serate presso il famoso rifugio, a passare piacevolmente qualche ora; ha richiesto circa 6 mesi di lavoro a tutta l’equipe della Biblioteca “Italo Grassi” della Sezione CAI di Varallo, ed è stata intitolata alla guida alpina e maestro di sci di Alagna Emilio Detomasi, scomparso due anni fa dopo una lunga malattia. La sezione di Varallo intende così ringraziare Emilio per tutta la disponibilità e la professionalità dimostrata in numerosi decenni di collaborazione per la manutenzione e ristrutturazione dei rifugi sezionali e della Capanna Margherita in particolare.

All’inaugurazione ha partecipato un gruppo ristretto di persone: il Presidente del CAI e della Biblioteca Nazionale Annibale Salsa, i Past President Giacomo Priotto e Gabriele Bianchi, la dottoressa Paola Tiraboschi, il Presidente Sezionale ing. Giorgio Tiraboschi accompagnato dal suo vice che si occupa attualmente delle Commissioni sezionali dott. Roberto Cairo, Elio Protto della sottosezione CAI di Borgosesia già Vice Presidente alle commissioni,  la guida alpina Enzio Alberto in rappresentanza della famiglia Detomasi e del Corpo Guide di Alagna, il giornalista de La Stampa Ivan Fossati accompagnato da un fotografo della sua equipe, il Presidente del Parco Naturale Alta Valsesia architetto Orazio Pandolfo, Roldano Sperandio e Brentani Maurizio in  rappresentanza della Guardia di Finanza di Alagna,  don Carlo Elgo parroco alpinista di Alagna, due rappresentanti della Commissione Fotocine  sezionale  e dai componenti della Commissione Biblioteca  “Italo Grassi” della Sezione di Varallo che hanno lavorato al progetto.

L’antico Rifugio-Osservatorio “Regina Margherita” del 1893, il più alto d’Europa è diventata la Nuova Capanna Margherita. Il cimelio più prezioso della Capanna è l’autografo che la stessa Regina Margherita scrisse su una tavoletta di larice:
«Tutto ciò che è grande ispira la Fede, grande in se stessa. Innanzi a questa grandezza di monti e a questa solenne distesa di ghiacci, tace il dubbio misero e la Fede si alza forte e vivace insino a Dio.
Margherita 18 - 19 agosto 1893».

 

Il Monte Rosa non è solo alpinisimo, storia e passione ma anche scienza. Due sono i laboratori scientifici che operano tra le sue vette: La Capanna Margherita alla Punta Gnifetti, a quota 4.554 metri e l'Istituto Angelo Mosso al Col D'Olen a 2901 metri.

La Capanna Margherita nata nel 1893 per volere del Club Alpino Italiano (CAI) è stata fin da subito un laboratorio scientifico di fama internazionale.
Dichiarata nel 1903 dall'Accademia delle Scienze di Washington "Istituto Internazionale", è stata sede per tutto il 900 di importanti ricerche all' avanguardia in diversi settori scientifici:  fisiologia e medicina (63%), glaciologia (20 %), scienze ambientali (15%), fisica dell'atmosfera (2 %).

La Capanna Margherita resta tuttora uno dei pochi laboratori al mondo per gli studi in alta quota dei meccanismi respiratori, vascolari, metabolici e renali alla base dell'acclimatazione, delle malattie da altitudine, della preparazione e dei limiti all'esercizio fisico nell'aria rarefatta. Recentemente ampio spazio è stato dato a filoni di ricerca con interessanti prospettive di sviluppo che riguardano le scienze ambientali e gli studi sul clima. Qui di seguito alcuni esempi di ricerca:

- Il Colle del Lys (4250 m) e il Colle Gnifetti (4454 m) risultano essere siti idonei per l'estrazione di carote di ghiaccio, dalla cui analisi è possibile ricavare serie storiche di dati sulle variazioni climatiche e sulla composizione chimica e isotopica dell'atmosfera. Alcuni di questi studi si concentrano sui meccanismi di distribuzione e trasporto a distanza di inquinanti come i metalli pesanti, i composti organici persistenti (POP) ed alcuni isotopi radiattivi.

Capanna Margherita - salone

- Nel 2007 si sono svolti in Capanna alcuni test condotti dal Politecnico di Torino circa l'applicabilità di sistemi di generazione di potenza con celle a combustibile (alimentate ad idrogeno), a servizio di piccoli aeromobili.

- Sempre il Politecnico di Torino (che tra l'altro ha consentito di dotare la Capanna di un collegamento internet) ha riguardato la sperimentazione di un innovativo sistema di trasmissione a lunga distanza (oltre 300 km) in banda larga, utilizzando semplici dispositivi a basso costo come trasmettitori e senza ripetitori intermedi, con grandi potenzialità di sviluppo nei paesi del terzo mondo.

I "Rifugi Monterosa" e la ricerca scientifica sono orgogliosi di aver cura del laboratorio scientifico della Capanna Margherita; lo staf di Rifugi Monterosa si fa in 4 per facilitare l'organizzazione e il supporto alle equipe di ricerca.

                                           

 

Data la relazione speciale e unica di don Elgo con Capanna Margherita (a cui è ora (2012) salito 290 volte di cui 55 prima dell'esistenza delle finivie) gli rivolgiamo una grande congratulazione e lo presentiamo ora mentre guida l'antica processione del "Rosario Fiorito", che insieme al dr. Ovidio Raiteri hanno risuscitato nel 1982 e che si compie ormai da 30  anni. Questa  processione parte dalla Cappella in Nicchia di Roccia da Under-Flua  verso le 14.00 e scende, facendo diverse fermate, all'oratorio di S. Antonio   in Kreas dove verso le ore 16.00 viene celebrata la S. Messa.

Don Elgo mentre guida la recita del "Rosario Fiorito"

 

 

 

 


1979 - Fedeltà al 5 agosto

Domenica 5 agosto 1979  

 

Domenica 5 agosto 1979: pellegrini che salgono alla festa

 

 

 

 

 

 

 

Salgo alla Cappella con Modestina, mia cognata Lena, suo figlio Beppino e Marco (di Genova); il ghiacciaio è magro, la Cappella asciutta come mai ho visto, molta gente alla festa anche se un po’ disturbati dal vento.

Don Luigi Fiora

Sono presenti i ragazzi costruttori: Giamberto Gatti (anche se in questi giorni deve diventare papà: pensiamo ad Elsa con un grande augurio), Filippo Giovannelli e Dianella, Sergio Cabodi e sua moglie Maria, Elena Zanetta; molti salesiani tra cui don Luigi Fiora, don Gino Borgogno, don Albino De Martini, don Serafino Chiesa, i fratelli don Mario e don Aldo Bertolino, don Mario Rossi. Abbiamo ancora vivo il dolore nel ricordare i Caduti mantovani sul Naso del Lyskamm il 23/6/1978: Sergio Donati, Giorgio Begnozzi, Ugo Scalori, Vincenzo Zanotti. Ricordiamo anche il nostro confratello Sebastiano Gennero caduto sulle Rocce Nere il 11/8/1978 insieme al sacerdote don Carlo Gerosa di Angera (VA); inoltre don Aldo Pera di Tirano precipitato lungo lo sperone del Bors il 7/9/1978.

 

I partecipanti mettono alla prova la struttura della Cappella.

 

Siamo numerosi e preghiamo per don Aristide Vesco e per tutti i Caduti della Montagna e in particolare per i Caduti del Monte Rosa ai quali dedichiamo il volume, collocato presso la Madonnina, che raccoglie i loro nomi e li ricorda agli Amici e agli Alpinisti che passeranno qui ad esprimere la loro solidarietà con una preghiera e con l’impegno di realizzare gli ideali puri, semplici e grandi che con la loro vita ci hanno indicato.   Il giorno 6 assecondo il desiderio di Marco e lo porto verso il Colle del Lys e al Cristo delle Vette; il tempo migliora solo mentre scendiamo e lascia estasiato il giovane genovese, così innamorato della montagna. Sul libro dei visitatori il 5 agosto 1979 avevo scritto: «Festa della Madonna in consonanza con mille altre cappelle e chiesette sparse su tutte le montagne d’Italia e del mondo che oggi festeggiano la Madonna della Neve. Siamo numerosi e preghiamo per don  Aristide Vesco, per i Caduti della Montagna ed in particolare per i Caduti del Monte Rosa ai quali dedichiamo oggi il volume, collocato ai piedi della Madonnina; raccoglierà i loro nomi e li ricorderà agli Amici ed agli Alpinisti che passeranno qui ad esprimere la solidarietà con una preghiera e con l’impegno di realizzare gli ideali puri, semplici e grandi che con la loro vita ci hanno indicato».

Estratto dal libro dei visitatori:


1978 - Fedeltà al 5 agosto

Sabato 5 agosto 1978

 

 

La Madonnina che l'Arcivescovo di Milano il cardinale Giovanni Battista Montini donò alla spedizione femminile alpinistica «100 Donne sul Rosa», che nel 1960 raggiunse Capanna Margherita. Nel 1967, quando il cardinale Giovanni Battista Montini era diventato Papa Paolo VI, la statua fu accolta nella nostra cappella e diventò la "Madonna dei Ghiacciai"; il Papa espresse il suo compiacimento e mandò la sua offerta personale per la costruzione della Cappella.
Mentre noi celebriamo Paolo VI sta vivendo la sua ultima giornata di vita. Morirà la sera del 6 agosto

 

Bella festa il 5 agosto lassù alla nostra Cappella, molte presenze, grande raccoglimento conferito dalla Messa Alpina di don Domenico Machetta e altri canti trasmessi a lungo prima della funzione, le prove dei canti guidati da mio fratello, padre Natalino che hanno tutti coinvolto, l’invito alla confessioni numerose, con quasi un centinaio di comunioni.

Erano presenti padre Natalino, mia cognata Lena, stanca e felicissima, il suo Beppino, la cugina Carla e Germana Giaccardi, padre Valerio, don Giuseppe Parola, don Giuseppe Borgogno, suor Carla e suor Armida salesiane, don Serafino Chiesa, don Albino De Martini, don Ubaldo Gianetto, don Pietro Rota, don Aldo Bombara, don Mario Cattanea, Ottavio Davico e Modestina da Rosta; manca invece Federico che tanto ha operato al restauro dei giorni scorsi della parete nord, praticamente tutte le perline di larice del lato nord, che erano annerite da infiltrazione di nevischio; sono state sostituite con quelle offerte dal signor Robasto di Chivasso e ora appare nuova, dopo il profondo ritocco. I coniugi Francesco e Elsa Bordone, di Chieri, festeggiano qui i loro 15 anni di matrimonio e scrivono nel libro dei visitatori e firmano anche i loro tre figli Giuliana 13 anni, Lorenzo 12 anni e Paola 8 anni.

Ricordiamo con viva emozione i 4 sci-alpinisti del C.A.I. di Mantova travolti dauna valanga lo scorso 26 giugno mentre attraversavano il Naso del Lyskamm: Sergio Donati, Giorgio Begnozzi, Ugo Scalori e Vincenzo Zanotti.

 

 

Giorgio Bertone, nato ad Agnona di Borgosesia il 14/08/1942, deceduto sul Monte Bianco il 06/08/1977. Guida alpina e pilota, protagonista di numerosi salvataggi; aveva una eccezionale competenza nel campo del soccorso alpino, uno dei tecnici più qualificati in campo mondiale nel soccorso con elicottero. Metodi, attrezzature, modalità di squadra, collegamenti, ogni aspetto del soccorso alpino lo vedevano padrone, interprete, studioso.

«A nome di tutti coloro che hai soccorso, il mondo della Montagna ti dice Grazie e affida alla Madonna dei Ghiacciai la tua memoria cara».

 

 

 

Pochi giorni dopo la festa cadranno, l’11 agosto 1978, sulle Rocce Nere il confratello Salesiano Sebastiano Gennero dei C.A.I. di Alpignano e don Carlo Gerosa della parrocchia di Angera (VA).

 

La domenica 6 è una giornata di vento fortissimo e partiamo solo in cinque (su 11 pernottati): le due Salesiane, i due Somaschi più il sottoscritto. Cordata quasi affiatata, un po’ sofferente. Lo spettacolo è stupendo; chi non l’ha mai visto è sbalordito; incoraggiandoci e aiutandoci arriviamo a Capanna Margherita, dove i vecchi amici falegnami di Piode, i fratelli Negra, stanno rinnovando la costruzione, lavorando con un coraggio sbalorditivo; spettacolare anche l’elicottero che giunge, con i suoi carichi, da Indren e sgancia il suo carico preciso! Passiamo al Cristo delle Vette che sta dando segni di logoramento e prima o poi andrà riportato a valle per il restauro; scendiamo per il pranzo, la S. Messa, il ritorno.

Grazie Madonna dei Ghiacciai dei tanti amici, di tanta gioia ed entusiasmo, di tante Confessioni, di tante Comunioni, di tante chiarifiche e riprese di propositi o di slancio: grazie, Madonna dei Ghiacciai!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1977 - Fedeltà al 5 agosto

Venerdì 5 agosto 1977

 

Nel 10° anno, il venerdì 5 agosto 1977 abbiamo inaugurato il volume “Ai Caduti del Monte Rosa”, che custodiamo ai piedi della Madonnina durante l’estate e ritiriamo alla chiusura del Rifugio. Nel volume di 74 pagine sono stati raccolti 212 nomi, di cui 148 con fotografia e profilo; dei 148: 15 nomi sono di Guide Alpine e 10 di benemeriti della vita e animazione del Monte Rosa, perciò non sono Caduti della Montagna. Alcuni altri nomi (5-6) posti al fondo del Volume, sono di Caduti su altre montagne, ma che ebbero relazione forte col Monte Rosa o con gli organizzatori-animatori di questa celebrazione, perciò i Caduti reali sul Monte Rosa, secondo la nostra ricerca, che non è sicuramente completa, sono circa 180: il primo nome è della guida Giuseppe Chiara (caduto 1934), poi della guida Giacomo Chiara (caduto 1945), del portatore Oscar Ronco (caduto 1954), di Giovanni Pedrotti (caduto 1955), di Mario Barbonaglia e Marco Turcotti di Borgosesia (caduti 4-9-1955) e altri 15 prima del 1968, quando cominciammo via via ad occuparci dei Caduti del Monte Rosa.

Giungere a questa meta è stato quest’anno arduo e selettivo: chi è salito da Gressoney ha incontrato un buon strato di neve fin dal lago Gabiet ed è salito così di ben 1300 metri pestando tanta neve; qualcuno ha alleggerito l’impresa dividendola in due tappe e trascorrendo la notte al bivacco “Remo Passera” a circa 3000 metri.

Mai tanta neve come quest’anno, mai tanta fatica, ma anche mai tanta presenza di alpinisti se si esclude il giorno dell’inaugurazione di 10 anni fa; gli amici della cappella stanno aumentando, arrivano su provati, ma impugnano subito gli strumenti di lavoro.

La Cappella quest’anno sembra infossata in una trincea di neve, bisogna liberarla, non solo per avere un po’ di spazio in cui collocare gli alpinisti che non staranno all’interno, ma per dare respiro alla costruzione che ha bisogno, almeno una volta all’anno (nel pieno dell’estate) di asciugarsi e liberarsi dalla morsa del ghiaccio; finora si è conservata bene, intatta, ma va aiutata ogni anno a portare avanti la sua non facile resistenza su questa cresta espostissina alle bufere, col ghiacciaio che sempre è tentato di avvolgerla nel suo gelido pericoloso abbraccio.

Sul portone di ferro (che viene chiuso d’inverno) collochiamo la lastra metallica che reca inciso il “Cantico delle Creature” di S. Francesco; è stata un’idea del Terz’Ordine Francescano Piemontese per onorare il Santo nel 750° anno della sua morte. L’artistica celebre composizione è quanto mai a suo agio su questa balconata: osiamo pensare che nessun ambiente naturale tra i bellissimi che l’Italia possiede, sia più adatto di questo a lanciare il canto del Poverello di Assisi, così innamorato del Creato, così propenso a commuoversi di fronte alla sua bellezza e maestosità; chi sosterà davanti alla Cappella per ammirare gli immensi ghiacciai che scendono dal Rosa e le valli che si perdono lontano all’orizzonte nel dedalo di mille monti, sarà aiutato dal canto sacro ad una lettura meno superficiale di quanto ammirano i suoi occhi e a benedire con Francesco il Creatore e a sentirsi piccolo, umile, aperto ai fratelli e a tutte le creature.

 

 

Alle 12.30 inizia la Santa Messa, sono concelebranti una dozzina di sacerdoti attorno a don Riccardo Castellino, il più giovane di tutti: dieci anni fa era uno dei ragazzi che lavorarono alla costruzione della Cappella ed oggi ha la gioia di celebrarvi una delle sue prime Messe; gli alpinisti lo applaudono augurandogli di realizzare un ricco sacerdozio e di costruire il tempio vivente dello Spirito Santo che è l’uomo e di salvare tanti giovani (lui che come salesiano è chiamato a lavorare tra i giovani) dalla costruzione sbagliata della propria vita. Accanto a lui don Ambrogio Garegnani e don Pietro Rota festeggiano i loro 25 anni di sacerdozio: amanti come sono della montagna, non hanno trovato di meglio che celebrare quassù la loro festa; padre Natalino, dei Somaschi, dirige il canto; la chiesetta è gremita all’inverosimile, don Aldo Bombara, don Giovanni Tagliero, don Albino Demartini, don Diego Firrone, don Mario Cattanea, don Serafino Chiesa, don Angelo di Narzole e don Giuseppe Capra, i salesiani Ottavio Davico e Sebastiano Gennero e Enrico Bergadano.

La celebrazione

Tra i partecipanti ci sono molti amici della Cappella che da dieci anni ripetono il 5 agosto questo pellegrinaggio; c’è lo sposo che ha scelto di sposarsi quassù nel 1970, Dante Poletti; Elena Zanetta ha recato da Lourdes due grossi ceri che così collegano la modesta nostra cappella con le maestose basiliche della città di Maria; altri piccoli ceri attorno alla Madonnina sono stati inviati da malati che invocano guarigione o da amici che non hanno la possibilità di essere presenti con noi alla festa.

Il nuovo sacerdote, guardando alla sua vita e scorgendovi tanti beni ricevuti dalla Divina Bontà, invita tutti ad unirsi al suo inno di ringraziamento e a cantare (come tanti Salmi ci insegnano) che Dio è bontà e misericordia. Giunti alle intenzioni delle preghiere dei fedeli si prega per don Aristide Vesco, per tutti i caduti della montagna che gli amici in questo momento vanno nominando, per le guide Remo Passera di Gressoney (caduto nel 1970 al Castore) e Felice Giordano di Alagna (caduto nel 1968 durante un soccorso) che dieci anni fa erano con noi a questa festa; si prega anche per l’architetto don Franco Delpiano che disegnò la chiesetta e a suo ricordo si colloca all’interno un piccolo quadro che lo riporta mentre dà il primo colpo di pala sulla lingua di ghiaccio che andrà rimossa per procurare lo spazio alla cappella.

 

Ricordiamo i Caduti del 1976: Giacomo Ferruzzi e Michele Mattasoglio, caduti il 19 settembre 1976 sulla Cresta Signal.

 

Il 22 agosto, la sorpresa di un nuovo matrimonio d'alta quota: a benedirlo è don Edmondo Brunod di Ayas, gli sposi Lorenza Colle e Orazio Maresca, chierichetto Massimo Colle, testimoni Donatella Colle e Adriano Favre, fotografo Alfredo Favre.

Tratto dal Libro dei visitatori.

 


1976 - Fedeltà al 5 agosto

Giovedì 5 agosto 1976

La Cappella dedicata alla Madonna dei Ghiacciai.

Leggo dal diario:

«Mi sono preparato alla festa predicando un corso di esercizi spirituali alle Figlie di Maria Ausiliatrice, le salesiane fondate da don Bosco e S. Maria Mazzarello di Mornese; una settimana intensa di preghiera e meditazione della Parola di Dio e della Storia Sacra, anche salesiana ed è stata molto propizia per prepararmi al pellegrinaggio del Monte Rosa.
La sera del 4 agosto è venuto padre Natalino a prendermi a Nizza Monferrato; ho dormito al “Villaggio della Gioia” di Narzole, dove ospita 60 ragazzi distrofici assistiti da volontari. Padre Natalino è molto commosso e impressionato da questi sessanta sofferenti, condannati a morte con agonia lentissima e scriverà nel libro della Cappella: «Sottoscrivo anche a nome dei 60 malati di distrofia muscolare ospitati in questi giorni al “Villaggio della gioia” di Narzole (CN). Poiché non avranno mai la gioia di assaporare queste incantevoli visioni, prego la Madonnina dei Ghiacciai che conceda loro di conquistare le vette dello “spirito” armati della piccozza della loro quotidiana sofferenza».

Il completamento della Cappella, da parte della Tecnolegno, con una panchetta per chi sosta in contemplazione del Crocifisso e della Madonnina.

Alle 3.00 del 5 agosto sono sveglio, mi preparo e attendo sulla strada la macchina dei salesiani di Cuneo, Michelangelo Aimar e Riccardo Castellino; si unisce a noi don Angelo, vice parroco di Narzole.
Arriviamo ad Alagna alle ore 7.00; alle 8.00 giungono i Rostesi (Modestina, Federico, Pasqualina Merlo e don Luciano, un giovane sacerdote loro amico) che hanno la panchetta ricevuta dal geom. Meyrone per la Cappella.
Alle 12.15 la S. Messa con canti bene guidati da padre Natalino, molto calore.

Molti anche i sacerdoti: don Ubaldo Giannetto, don Francesco Opezzo, don Aldo Bombara, don Maffeo Magnani, don Pietro Rota della Crocetta, un sacerdote Bavarese che uscirà subito dalla Cappella, stipatissima, per non svenire. Non molti i partecipanti, ma attentissimi; c’è il solito ultra ottantenne Valsesiano di cui purtroppo non ricordo il nome ma che compare nelle fotografie del sito internet, ed Elena Zanetta; manca lo sposo Dante Poletti che è lontano con gli alpini impegnati a soccorrere i terremotati del Friuli.

Ricordiamo i Caduti Giuseppe Previde Massara di Vigevano e Augusto Scaltritti.
Il giorno 6 ci alziamo presto e nella grande confusione facciamo i preparativi abbastanza in fretta. Partiamo in sette e in due ore siamo al Colle del Lys; sotto Punta Gnifetti ci dividiamo: vengono con me padre Natalino e Riccard; dal Colle Sesia (4299 mt.) attraversiamo tutta la cresta della Parrot (4460 mt.), passiamo al Cristo delle Vette e scendiamo a celebrare la S. Messa alle 12.00. Alle 16.15 le funivie ci accolgono; scendiamo già pensando al prossimo anno quando la Cappella compirà il suo decimo anniversario di vita.

 

 

 

 

 

 

 

 


1975 - Fedeltà al 5 agosto

Martedì 5  agosto 1975

 

Anno Santo 1975

         Paolo VI benedice i pellegrini

 

 

 

 

 

 

               La folla di pellegrini per l'Anno Santo

Mentre a Roma si festeggia solennemente l'Anno Santo che viene indetto ogni 25 anni e Roma è invasa dai pellegrini di tutto il mondo, noi saliamo in pellegrinaggio alpino alla nostra Cappella intitolata alla "Madonna dei Ghiacciai", la cui statuetta è dono di Papa Paolo VI quando, arcivescovo di Milano nel 1960, diede la sua benedizione alla spedizione alpinistica "Cento Donne sul Rosa".

 

Un numeroso gruppo di partecipanti alla festa annuale.

Ci ritroviamo una settantina di vecchi amici della Cappella, fra cui mio fratello padre Natalino e don Angelo di Narzole, i nipoti Anna Maria Caraglio e Tonino Ravera, i cugini Modestina e Federico Merlo e Dario di Rosta; i salesiani don Pietro Rota, don Gino Borgogno, il sig. Ottavio Davico e Sebastiano Gennero e
altri salesiani e oratoriani Romani in campeggio a Gressoney; dei ragazzi costruttori: Enrico Bergadano, Riccardo Castellino, Giuseppe Bordone e signora Laura, Valter Poletti; del C.A.I. di Varallo il sig. Tosi ed un nutrito gruppo di soci; Dante Poletti ed Elena Zanetta di Maggiora.

Ricordiamo i Caduti del 1974: Gualtiero Scifoni e i tedeschi Alois Herzog, Josef Binder.

Raccogliamo 73 firme da inviare al Papa Paolo VI, primo benefattore.

 

 

 

 

il 6 agosto 1975 salgo al "Crito delle Vette" con i giovani amici Pier Giorgio, Maria Luisa, Tonino e Anna Maria per assaporare la gioia di scalare un "4000" e per ricevere l'abbraccio benedicente del Cristo.

 

 

Sempre dal mio diario il 30 dicembre 1975 leggo: «Ieri con Valter Poletti e Michelangelo Aimar, salesiani, sono andato ad Alagna ed ho speso gli ultimi due
biglietti-omaggio 1975 dell’ing. Rolandi e mi sono trovato alle 9.00 a Punta Indren. La giornata era bellissima: ci siamo avviati verso la Cappella, ma poi abbiamo modificato il programma e siamo saliti faticosamente per il gran freddo (almeno - 15°) a Punta Giordani (4046 mt.) raggiunta alle ore 12.30. La Madonnina, a cui avevo fatto nel 1967 una bella fotografia, è purtroppo distaccata dal piedestallo e potrebbe finire chissà dove. Ho scritto al C. A. I. di Vigevano segnalando la mia preoccupazione.

Dalla vetta abbiamo ammirato una panoramica alpina assolutamente insolita: si distingueva la sagoma delle nostre Alpi Liguri e Marittime; si vedeva sulla sinistra una fuga di montagne che comprendeva certamente tutte le montagne della Lombardia e le retrostanti Svizzere; nella pianura affioravano, lontani, gli Appennini. Siamo discesi ancora faticosamente, sempre sollevati dalla visione fantastica delle montagne così articolate, così vive oggi. È un’esperienza forte, ristoratrice dello spirito e del corpo.

 

 

 

 

 


1974 - Fedeltà al 5 agosto

Lunedì 5 agosto 1974

 

Capanna Gnifetti e, sullo sperone, la Cappella intitolata alla "Madonna dei Ghiacciai".

Ci ritroviamo una quarantina di alpinisti amici, degli anni precedenti a festeggiare la Madonna dei Giacciai. Salgo con i salesiani Alfredo Refrancore e Riccardo Castellino (che furono anche quassù costruttori volontari), dei miei parenti: le cugine Carla e Germana Giaccardi, la cugina Modestina e Gino Merlo di Rosta insieme al geom. Pesce, la figlia Marta e Dario (un nucleo consistente di Rostesi non mancherà mai alle celebrazioni inquesti 40 anni).

Il bellissimo crocifisso  all'interno della Cappella.

Nella S. Messa ricordiamo, i Caduti del Monte Rosa: Giorgio Premazzi di Gallarate, Alfeo Danelutti di Serravalle Sesia, lo svizzero Ernest Auber, Pietro Ravelli, fratello del famoso Cichin Ravelli e la moglie di quest’ultimo, Maria, che sono mancati quest’anno.

 

            Celebrazione del 5 agosto

 

Il giorno 6 saliamo al Colle del Lys e al Cristo delle Vette in una mattinata freddissima ma soddisfacente. Pochi giorni dopo riceverò una cartolina da Capanna Gnifetti di Cichin Ravelli, 90 anni, che ha partecipato all’incontro dei “Nonni d’Italia” al Monte Rosa ed è salito fino al Colle del Lys e procedeva benissimo (mi dirà a voce) verso la Margherita, quando un medico scrupoloso, preoccupato per alcuni malesseri nelle 33 cordate di anziani dirette al più alto rifugio d’Europa, l’aveva consigliato di tornare indietro.

Cartolina inviata da Francesco Ravelli (90 anni) partecipante alla convocazione “Nonni d’Italia al Monte Rosa”. Il giorno seguente è salito al Colle del Lys.

 

 

                                    Tratto dal libro dei visitatori.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


1973 - Fedeltà al 5 agosto

Domenica 5 agosto 1973

 

 

Dal deserto del Kenia ai ghiacciai del Monte Rosa. Don Giovanni Rocca con Gino e Modestina Merlo.

Nel diario leggo: «Salgo ad Alagna e a Capanna Gnifetti per il sesto anniversario di inaugurazione della nostra Cappellina».

Mi accompagna il cugino don Giovanni Rocca, reduce dal deserto del Kenia dove opera da 8 anni tra le popolazioni nomadi, e ci parla in modo suggestivo del fascino misterioso del deserto, pur nella grande essenzialità e povertà, (altri 6 anni li passerà missionario a Nairobi e 22 alle Seycelles; ritornerà a casa, in Diocesi di Alba, logoro dalle fatiche apostoliche di 36 anni di Africa, ma sereno), i cugini di Rosta: Modestina e Gino Merlo con un nipote dello stesso Gino, il geom. Coppo e altri tre Rostesi; è un’allegra comitiva, grazie soprattutto alla vivacità del geom. Coppo.

 

 

Quest’anno la festa cade di domenica, vi mancano quindi tutti i sacerdoti in servizio parrocchiale; concelebriamo in due (un terzo sacerdote celebrerà la sera) con la presenza di circa 40 alpinisti tra cui Dante Poletti da Borgomanero che in questa Cappella ha celebrato il suo matrimonio con Teresa il 13 luglio 1970.

 

              Panoramica dal Cristo delle Vette; al centro il Corno Bianco

 

La S. Messa è molto bella (in onore della Madonna, con la lettura dell’inno alla carità di S. Paolo ed il Vangelo di Luca che narra la visitazione di Maria ad Elisabetta), parliamo di don Aristide, di don Franco, della loro capacità di donarsi nella gioia, come la Madonna della visitazione; parliamo della montagna, delle sue austerità, di solidarietà e di amore.

Ricordiamo i caduti del 1972: Oscar Perino di Borgosesia, caduto il 20 maggio 1972 sulle Rocce Casati e i tedeschi Enrich Mschorr e Peter Worner, caduti il 3 settembre 1972 a Punta Gnifetti.

 

 

 

 


1972 - Fedeltà al 5 agosto

Sabato 5 agosto 1972

 

5° anno della Cappella, ritornano numerosi i parente e gli amici del 1967: Angelo Caragli, Maria, Franco, Anna Maria, Beppe e Ausilia con Pier Giorgio Manzo, padre Natalino, Suor Anna Maria Joseph col rev. don Gabriele, Giamberto Gatti, la sorella Maria Vittoria ed Elsa Cabodi, fidanzata di Giamberto.

Una sosta alle Roccette, salendo alla festa.

 

 

L'inferriata della porta della Cappella come l'ha concepita l'architetto don Franco Delpiano: imita i cristalli di neve con in mezzo la sigla MG (Madonna dei Ghiacciai).

 

 

Siamo ad Alagna alle ore 7.30; un po’ di coda alle funivie, dove si accalcano decine di sciatori per i campi di neve di Indren. Alle ore 9.30 ci muoviamo sul ghiacciaio. Tutti procedono sicuri e spediti: in un’ora e mezza siamo alla Gnifetti.

 

 

 

Andiamo alla Cappella e la prepariamo: biancheria rinnovata, lavata, i fiori (carline) raccolte sulle lontane Alpi Marittime (le montagne di casa nostra), il lumino ad olio per la Madonna, il nuovo paramentale come lo sognava don Franco Delpiano: in lana bianca con ricamati in azzurro i cristalli di neve e la sigla "MG". Alle ore 12.00 concelebriamo, siamo otto sacerdoti: don Gino Borgogno, don Aldo Bombara, don Ugo Casalegno, don Albino De Martini, don Pietro Rota dell’oratorio Crocetta ( che è venuto con dieci giovani alpinisti oratoriani), due parroci, mio fratello padre Natalino Capra, a cui si uniranno anche don Maurizio Pittavino e don Pierino Bechis da Bra. Partecipano un centinaio di alpinisti.

 

 

 

 

 

Alla fine della Messa, nella pausa di ringraziamento alla comunione, Giamberto legge la preghiera che l’avvocato Dino Andreis di Cuneo ci ha consegnato, perché salisse lassù a rappresentarlo presso la Madonnina; la lascieremo esposta ai piedi della statua della Madonna, fin quando sarà sostituita da quella attuale, ora ampiamente diffusa.

 

 

                                          

 Preghiera alla Madonna dei Ghiacciai

9 agosto 1972 - Preghiera alla Madonna dei Ghiacciai dell'avvocato Dino Andreis di Cuneo

 

    Preghiera recitata da                  Giamberto Gatti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Molti gruppi Scout salgono pellegrini alla Cappella e al Monte Rosa e firmano il "Libro dei Visitatori".