[cq_vc_profilepanel headerimage="5196" headerheight="400" avatartype="image" avatarimage="5119" captiontitle="Francesco D'Alberti" elementshape="square"]45 anni, istruttore Cai, morto sulla Cresta del Soldato il 27 luglio 2014. Così lo ricorda la moglie Nadia: «Era un grande uomo Francesco! Era sempre sicuro di sé, nella vita, in famiglia, nel lavoro, in montagna. Sicuro e preciso, non lasciava nulla al caso. Era sempre positivo, sempre sorridente. Nella sua vita la cosa più importante eravamo io e Davide, poi la montagna, poi il lavoro. Cercava di andare in montagna, sulla sua amata montagna, senza dare troppo disturbo alla famiglia, chiedendomi prima il permesso di partire lassù. Non avrei mai potuto dirgli no, perché ogni volta che tornava i suoi occhi brillavano di un'altra luce nel raccontarmi ogni dettaglio per le intense emozioni provate durante la scala- ta, che fosse ghiaccio, neve o roccia. Ora che non c'è più, ogni mattina guardo quella montagna che lo ha portato via e mi sembra di vederlo, che sorride e mi dice buongiorno come faceva ogni mattina». [/cq_vc_profilepanel]

[cq_vc_profilepanel headerimage="5197" headerheight="400" avatartype="image" avatarimage="5119" captiontitle="Paul Vantsch" elementshape="square"]61 anni, altoatesino, morto in discesa dalla Dufour il 2 agosto 2014. Ecco il profilo scritto dalla figlia Kathrin: «Paul Vantsch è nato il 26 aprile 1953 a Bressanone ed è cresciuto in Val di Funes. Era un ragazzo sensibile ed amorevole fin dall'infanzia. Ha lavorato come direttore di filiale alla Volksbank a Chiusa e Del Rio di Pusteria, poi nell'amministrazione a Bressanone e Bolzano. Con il successo professionale ha creato le basi per la costruzione di una casa a S. Maddalena in Val di Funes, che dopo il matrimonio con Brigitte il 6 giugno 1981 è diventata una casa ricca di amore per la sua famiglia. Noi suoi figli, Kathrin, Alexander e Magdalena, siamo cresciuti circondati da questa atmosfera amorevole, abbiamo imparato l’amore per la natura grazie ad un padre affettuoso con cui più e più volte abbiamo fatto gite in montagna in Val di Funes. Per il nipotino Alex Paul è stato per due anni un nonno affettuoso. Paul è stato anche attivo nella comunità di Funes con un’accurata e diligente visione sociale. È stato presidente per 10 anni della casa comunale per anziani. Era l'anima della casa. Aveva un bel rapporto con tutti i residenti e gli operatori sanitari. Giocava a carte, scherzava, aveva un orecchio per ciascuno. Paul è stato anche presidente del consiglio di amministrazione della Cooperativa Energy Audit Funes. Era un grande amante della montagna. Praticava la mountain bike, l'arrampicata e lo sci alpinismo. In montagna il suo cuore viveva. In montagna si sentiva libero. In montagna era felice. Un fascino particolare su di lui era esercitato dai ghiacciai. Le sue montagne preferite erano le cime di Ecuador, Bolivia e quelle delle Alpi svizzere. Paul è morto il 2 settembre 2014, sulla punta Dufour a oltre 4500 metri in un incidente di montagna. Con Paul perdiamo un uomo pieno di gioia di vivere. Brillava di umorismo, arguzia ed energia. Ha cantato e danzato la vita. Poteva guardare e godere del futuro. Era avventuroso e amante della scoperta, era un compagno sincero e fedele che comunicava sicurezza per la vita». [/cq_vc_profilepanel]

[cq_vc_profilepanel headerimage="5198" headerheight="400" avatartype="image" avatarimage="5119" captiontitle="Annibale Gurini" elementshape="square"]Ecco il profilo di Annibale Gurrini: «Annibale ha incontrato il suo Signore, sul monte, come i grandi personaggi della Bibbia. Era uno sportivo dal fisico forte e ben temprato: giocava con i ragazzi, ma amava, soprattutto, correre e scalare montagne. Le gare podistiche e l’alpinismo facevano parte della sua vita. Ma Annibale era soprattutto un SALESIANO, entusiasta della sua vocazione di Coadiutore. E, come Salesiano, è vissuto da fratello con i suoi confratelli, ha condiviso la vita con tanti ragazzi dei quali è stato attento educatore, formatore e animatore nelle aule, nei laboratori di meccanica, nei cortili, nell’animazione, nei campi scuola estivi coltivando, contemporaneamente i suoi hobby sportivi che gli permettevano di allacciare numerose e profonde amicizie. Infatti una bella caratteristica di Annibale era quella di saper fare amicizia con tutti. Svolgeva ogni lavoro col sorriso sulle labbra, contento di rendersi utile al prossimo, dimostrando con i fatti il suo amore, il suo aiuto e la sua amicizia. Quando terminò il suo impegno di docente gli allievi dell’ultimo anno gli donarono una pergamena: “A te, Annibale, che vivi la vita come una “corsa”, ma sai fermarti per aiutare chi è in difficoltà a tagliare il traguardo, diciamo il nostro grazie. Il Signore ti ricompensi per aver donato la tua vita ai giovani”. Ringraziamo il Signore, Maria Ausiliatrice, di cui era tanto devoto e Don Bosco, del quale si sentiva figlio e, con Sant'Agostino, diciamo: “Signore, non ti chiediamo perché ce lo hai tolto ma ti ringraziamo perché ce lo hai donato.»  [/cq_vc_profilepanel]

[cq_vc_profilepanel headerimage="5199" headerheight="400" avatartype="image" avatarimage="5119" captiontitle="Agostino Negra" elementshape="square"]morto a Borgosesia il 19 settembre 2014. Socio vitalizio del CAI Varallo e costruttore dei Rifugi: Pastore, Gnifetti, Balmenhorn, Carestia e Capanna Regina Margherita. Collaboratore alla costruzione della Cappella della Madonna dei Ghiacciai. La figlia, Maria Rita Negra, così ricorda il caro papà: «Ciao papà, oggi siamo qui a ricordarti in questa celebrazione alla quale tenevi molto e fino a qualche anno fa non mancasti mai. In mezzo a queste montagne, che tanto amavi e dove hai trascorso buona parte della tua vita regalandoti momenti indimenticabili e ricordi bellissimi, noi oggi vogliamo ricordarti come uomo, marito, padre e nonno esemplare e meraviglioso. Sei stato un esempio di onestà, di saggezza, di bontà e di simpatia per noi familiari e per tantissimi amici. Sei stato un uomo vero e forte anche negli ultimi tuoi giorni, quando eri tu a farci coraggio dicendoci di non piangere ma di farci tanta, tanta forza. Papà ti vogliamo bene, ciao».[/cq_vc_profilepanel]

[cq_vc_profilepanel headerimage="5200" headerheight="400" avatartype="image" avatarimage="5119" captiontitle="Giovanni Votta" elementshape="square"]deceduto il 15 ottobre 2014 sul lavoro nel suo paese dove era postino. Così lo ricordano i suoi familiari: «Aveva solo 53 anni, ma già con lo zaino della vita pieno zeppo di gemme preziose da portare in dote alla Casa del Padre. Figlio d’arte dedicò tutta la vita all’armonia della mu- sica, spendendo ogni istante del suo tempo libero per tutti quelli che avevano bisogno del suo aiuto in ogni campo della comunità religiosa e civile del suo paese, Sant’Antonino di Susa, dove da trent’anni era anche maestro e direttore della Società Filarmonica. Negli ultimi anni della sua troppo breve esistenza era salito quassù diverse volte per rendere omaggio alla Madonna dei Ghiacciai, gemellata con quella del Rocciamelone, nella sua valle, dov’ è il Santuario Mariano più alto d’Europa a 3.537 metri, e dove Giovanni si recava in pellegrinaggio sin da bambino. Il vuoto lasciato in tutti noi e in primo luogo alla sua sposa Susanna è grande, e si fa sentire anche oggi in questa splendida cornice di rocce e ghiacciai. Ma noi vogliamo ricordarlo e vederlo ancora qui presente con il suo sorriso, mentre guarda nel mirino della sua macchina fotografica per immortalare le meraviglie del Creato che ora può contemplare senza fine nella felicità del Paradiso.»[/cq_vc_profilepanel]

[cq_vc_profilepanel headerimage="5203" headerheight="400" avatartype="image" avatarimage="5119" captiontitle="Simona Hosquet" elementshape="square"]30 anni di Antey Saint André, nata il 9 gennaio 1984, guida alpina di alta montagna della società guide del Cervino, travolta da una valanga il 6 febbraio 2014 presso il Col Croux zona monte Roisetta (Valtournenche). I familiari la ricordano così:  «Simona hai cercato la tua strada sempre in salita.  Un susseguirsi di emozioni, gioie, speranze, fatiche, paure ti hanno sempre portata ad andare avanti senza fermarti mai… ogni giorno era un nuovo giorno da vivere per realizzare i tuoi sogni troppo grandi, immensi… la montagna ti ha dato tanto ma non ti bastava volevi ancora raggiungere mete, traguardi impossibili.  Ora la montagna ti ha richiamato a sé, per sempre, in Paradiso dove ora regni felice.  Aiuta tutti i tuoi cari e coloro che ti hanno tanto amato e voluto tanto tanto bene.  Ciao Simona, la tua famiglia».[/cq_vc_profilepanel]