Lettera di Natale 2021

Carissimi amici della Cappellina della Madonna dei ghiacciai, 

penso che nei ricordi di ciascuno di noi ci sia ancora quello della S. Messa di sabato 7 agosto all’Istituto A. Mosso al Passo dei Salati soprattutto per i parenti e gli amici che sono saliti per  ricordare i defunti dell’anno trascorso e poi per i fedelissimi, per coloro che hanno partecipato per  la prima volta. Un GRAZIE di cuore a tutti! La vostra presenza mi incoraggia e mi sostiene nel  portare avanti questa bellissima iniziativa penso unica nel suo genere. 

Nonostante il tempo atmosferico non abbia consentito la salita alla Cappellina sia la  partecipazione che lo spirito di preghiera e raccoglimento non sono mancati. Il luogo ha anche  favorito la presenza di alcuni parenti dei defunti che diversamente non avrebbero potuto salire  alla Cappellina o per mancanza di attrezzatura o perché non assidui frequentatori della montagna  

o per problemi di salute. 

La concelebrazione è stata presieduta da don Leonardo Mancini, responsabile dei Salesiani di  Piemonte, Valle d’Aosta e Lituania; insieme hanno concelebrato, oltre il sottoscritto don Ugo  Casalegno, parroco di Gressoney St. Jean e La Trinitè, don Marco Cena, salesiano, parroco di  Buttigliera d’Asti e Moriondo T.se. 

L’animazione musicale è stata curata dai membri e amici della fam. Michela, erano presenti anche  alcuni degli storici cantori biellesi, che per anni hanno animato la celebrazione. Il canto, ben eseguito, ha favorito lo spirito di raccoglimento e di preghiera, parecchi al termine  della celebrazione hanno sottolineato questo. Un grazie sincero dunque! 

Mi permetto di donarvi l’omelia di don Leonardo come testo che ci aiuta a fare memoria e ci invita  alla riflessione ed al ringraziamento per i nostri cari: 

“Carissimi/e, mi sembra che possiamo guardare a questa celebrazione considerandola  composta da 5 ingredienti, tutti importanti. 

Il primo ingrediente è costituito dalle persone che vogliamo ricordare: sono persone che  hanno lasciato umanamente un vuoto, persone che abbiamo amato e amiamo, forse compagne di  una vita, sono parenti, amici cari. Vogliamo rendere grazie per la loro esistenza, breve o lunga che  sia stata; per l’amore che hanno generato, ricevuto e condiviso nelle relazioni; per il lavoro che  hanno svolto e per come sono stati capaci di svolgerlo; per quello che di bello e di buono hanno 

saputo costruire; per l’esempio che hanno saputo dare. E per loro desideriamo pregare; vogliamo  affidarli alla misericordia di Dio, affinché il Signore permetta loro di andare per le sue montagne. 

Il secondo ingrediente della celebrazione è proprio la montagna! Sì, perché non è casuale  il luogo in cui celebriamo (anche se quest’anno non possiamo stare alla Madonna dei ghiacciai). La  montagna, l’amore e la passione per i monti e l’ambiente naturale accomuna le persone qui  presenti e soprattutto è il filo che lega le persone defunte che hanno amato nella loro vita terrena  le tavolozze di colori presenti nei panorami di albe e tramonti; la potenza delle rocce, la delicatezza  della neve, l’imponenza dei ghiacciai; hanno contemplato la bellezza della natura, forse anche  hanno sfidato sportivamente le montagne mettendosi alla prova su difficoltà alpinistiche; e hanno  sperimentato il mistero che la montagna porta inevitabilmente con sé. Ed in montagna, forse – proprio nella bellezza e nel mistero – hanno intuito la presenza bella e misteriosa di Dio! Da credenti  infatti pensiamo che ogni creatura – quindi anche le montagne – porta impressa in sé l’immagine del creatore…  

Il terzo ingrediente della celebrazione siamo noi. Presenti qui per fare memoria dei nostri cari, parenti o amici che siano; per  rendergli omaggio, per dire che la loro vita merita comunque di essere celebrata, anche se si fosse interrotta in modo brusco. Siamo noi presenti qui nella fede; convinti che quelli che chiamiamo defunti in realtà sono vivi, anche se vivono in una condizione che non possiamo misurare scientificamente o immaginare; e, in quanto presenti nella fede, siamo certi di poter fare ancora qualcosa per i nostri cari caduti in montagna; siamo venuti qui convinti che nessun atto d’amore va sprecato, e che pregare in suffragio dei defunti reca loro veramente giovamento,  in modo misterioso ma efficace. L’amor che move il sole e l’altre stelle, quell’amore che crediamo  essere alla base dell’universo e della nostra stessa vita, ci consente – unico mezzo possibile – di  conoscere e incontrare Dio (chi ama conosce Dio, perché Dio è amore!) e di mettere in  comunicazione la vita terrena e quella eterna… Ogni volta infatti che compiamo un atto d’amore  gratuito, evangelico, mettiamo un piede in paradiso. E contestualmente cambiamo gli equilibri del  mondo. E il nostro stare qui, con un atto d’amore verso i nostri cari defunti, cambia qualcosa negli  equilibri del mondo, o meglio, contribuisce a cambiare gli squilibri in equilibri.  

Il quarto ingrediente non può che essere Dio! Lui è ovviamente qui presente nella  celebrazione…: nella montagna, in noi creati a immagine e somiglianza del Figlio, nella Parola che  abbiamo ascoltato e tra poco nel pane e vino eucaristici; non saremmo qui se non credessimo alla  sua presenza; non saremmo qui se non fossimo convinti che solo Lui può dare senso ed efficacia  agli atti religiosi che compiamo, che diversamente risulterebbero pratiche magiche più che azioni  di fede. Lui, difensore dei piccoli e dei poveri, Lui Dio del Cielo e Signore delle cime; Lui preghiamo  ed invochiamo; a Lui ci affidiamo nella certezza di essere ascoltati.  

Il quinto ed ultimo ingrediente è Maria. La data scelta tradizionalmente per ricordare i  caduti in montagna è quella del primo sabato di agosto, perché in questi giorni, il 5 agosto, ricorre  la Madonna della Neve. Maria ci dà l’occasione di contemplare l’aspetto materno di Dio. Lei, 

invocata come madre della Chiesa; Lei, la prima dei credenti in Gesù (beata te che hai creduto! Le  dice Elisabetta), veglia sulla nuova Gerusalemme di cui ha parlato il profeta Isaia nella prima  lettura. La nuova Gerusalemme è simbolo della Chiesa celeste, luogo in cui i cristiani sanno che  verranno recuperati gli affetti più belli, e lo stile di relazione più vero e profondo; luogo dove si  viene consolati, dove i bimbi (e noi bimbi siamo chiamati a diventare) vengono presi in braccio ed  accarezzati – come dovrebbe sempre essere; luogo dove si avrà la possibilità di vivere in pienezza  la propria umanità – un’umanità coincidente con la nostra identità di figli adottivi di Dio – . 

Maria, Signora della Neve, è colei che promuove la vita: la vita nascente dentro di sé e in sua  cugina Elisabetta; la vita morente, che si avvia più o meno giustamente alla conclusione (Maria  veglia il Figlio sotto la croce); la vita risorta del Figlio, vita attesa e accolta con e dagli apostoli in  preghiera nel cenacolo. Quando Maria comprende dopo l’Annunciazione questa sua vocazione unica  nella storia dell’umanità, va in fretta per le montagne (non proprio da escursionista) in soccorso della  cugina Elisabetta; e poi esplode in quel canto di ringraziamento che è il Magnificat, che abbiamo appena ascoltato nel Vangelo. Nel Magnificat Maria canta la grandezza del Dio della vita, che si affida agli umili (ha guardato l’umiltà della sua serva; disperde i superbi nei pensieri del loro cuore, rovescia i potenti dai troni, innalza gli  

umili), desidera costruire condivisione tra gli uomini (ricolma di beni gli affamati, rimanda i ricchi a mani vuote), chiede a tutti di usare e diventare misericordia (di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono; Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia). 

Promozione della vita, umiltà, condivisione, misericordia: tutte caratteristiche che l’uomo è  chiamato ad acquisire (o riacquisire, o potenziare) per costruire un mondo più giusto e fraterno.  Atteggiamenti richiesti da Dio e rilanciati da Maria che oggi, nel ricordare i nostri cari, facciamo  nostri: promuoviamo la loro vita, rendendo grazie per essa e chiedendo che possa raggiungere al più  presto la pienezza; ci accostiamo con umiltà e di fronte al mistero di Dio e dell’uomo, e con umiltà  offriamo la nostra preghiera di suffragio; siamo disposti alla condivisione, della preghiera con i cari  defunti, di noi stessi perché il mondo cresca nella giustizia e nella pace; ed infine scegliamo di  perdonare e perdonarci, perché l’essenza di Dio è misericordia. 

Continuiamo la nostra celebrazione, tenendo presenti i 5 preziosi ingredienti: i nostri cari  defunti, la montagna, noi stessi, Dio, Maria! E chiediamo per intercessione di Maria, la forza di  promuovere la vita con umiltà, spirito di condivisione e misericordia.” 

Il momento più significativo, come sempre è stata la presentazione delle fiaccole dei caduti.  Quest’anno i nomi scritti sulle fiaccole erano di 2 colori differenti: azzurro, per coloro che sono  caduti in montagna, bianco, per coloro che sono mancati per malattia. Un grazie sincero a Barbara  Marini che è colei che tutti gli anni si presta per scrivere i nomi sulle fiaccole. Vorrei semplicemente elencare le persone che sono state ricordate quest’anno.

Ogni nome: un volto, una storia, degli affetti, tanti ricordi, tutto ciò ce li rende ancora vicini e vivi  nel nostro cuore. A loro la nostra preghiera di suffragio. 

Caduti anno 2020-21 Nel 10° anniversario 2020: 

Nel 10° anniversario 2021: 

Da parte mia vi assicuro un ricordo al Signore nella preghiera e nella S. Messa. Unisco anche l’augurio arrivato da Mons. Luigi Bettazzi sempre vicino a questa iniziativa: Carissimi tutti, 

un saluto e un augurio cordialissimo, nel ricordo di tante mie partecipazioni, dalla prima (1967), in  cui benedissi la Cappella, e nel suffragio di tanti defunti della montagna di tutti questi anni. Che il respiro e il ricordo di questi incontri ci aiutino nella vita di ascensione nel bene e di  solidarietà. 

Con ogni affettuosa benedizione. 

 +Luigi Bettazzi 

Vescovo emerito di Ivrea 

Ci diamo l’arrivederci a SABATO 6 agosto 2022, per condividere insieme la preghiera ed il ricordo  dei nostri cari. Un abbraccio fraterno, una benedizione ed un augurio di un  

SANTO NATALE 

E SERENO ANNO NUOVO

Con stima ed affetto 

Per Informazioni: 

Cell. 3391934329 Email: vincenzo.caccia@31gennaio.net 

https://www.madonnadeighiacciai.it/ 

NB: Invito a far conoscere l’iniziativa a coloro che ritenete possano essere interessati e non hanno email o a coloro che  hanno partecipato alla celebrazione senza lasciare un recapito email invitandoli ad inviarmi il loro indirizzo per poterlo  inserire nella mail-list. Se qualcuno avesse cambiato indirizzo email lo comunichi. Grazie di cuore.